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Prunella vulgaris

Prunella vulgaris

La Brunella (Prunella vulgaris L., 1753) è una specie erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Asteridae, Ordine Lamiales, Famiglia Lamiaceae, Sottotribù Prunellinae e quindi al Genere Prunella ed alla Specie P. vulgaris.
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti sottospecie:
– Prunella vulgaris subsp. estremadurensis Franco, 1984;
– Prunella vulgaris subsp. asiatica (Nakai) H.Hara, 1948;
– Prunella vulgaris subsp. hispida (Benth.) Hultén, 1971;
– Prunella vulgaris subsp. lanceolata (W.P.C.Barton) Piper & Beattie, 1915.

Etimologia –
Il termine Prunella proviene da prunella o brunella, nome italiano di queste piante, probabilmente attribuito per il colore delle brattee dell’infiorescenza.
L’epiteto specifico vulgaris viene da vúlgus volgo: molto comune, ordinario per la grande diffusione, banale.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Brunella è una pianta presente nelle zone fredde e temperato-fredde dell’Europa, Asia e Nordamerica, oltre ad essere largamente naturalizzata in tutto il mondo.
Questa pianta è presente anche nell’Africa boreale e nell’Australia.
In Italia è comune su tutto il territorio. Nelle Alpi è presente su entrambi i versanti. Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nella Foresta Nera, Vosgi, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei, Monti Balcani e Carpazi.
È presente ovunque nel resto dell’Europa ed in particolare la si trova anche nella Transcaucasia, Anatolia, Asia mediterranea e Magreb.
Il suo habitat preferito è quello dei prati, pascoli, luoghi erbosi, fino al limite delle boscaglie, dove cresce su substrato preferibilmente calcareo ma anche siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido, frequentando i piani vegetazionali: collinare, montano e subalpino , dal livello del mare fino ai 2000 m. sl.m..

Descrizione –
Prunella vulgaris è una pianta biennale o perenne alta 4-35 cm, poco pubescente, munita di rizoma strisciante.
I fusti sono spesso squadrati, con villosità sugli spigoli, eretto-ascendenti, poco ramificati e, talvolta radicanti se a contatto con il suolo.
Le foglie hanno forma ovato-ellittica, a margine intero o grossolanamente crenato, lunghe fino a 50 mm e larghe fino a 25 mm, con lamine basali disposte a rosetta, cuneate, munite di picciolo lungo circa 10 mm; lamine cauline disposte a coppia, opposte con picciolo breve, lungo 5 mm e talvolta quasi sessili; all’apice di ogni stelo è situata una singola infiorescenza lunga circa 3-5 cm, che sovrasta una coppia di foglie e varie brattee cuoriformi.
I fiori hanno un colore porporino-violetto ma talvolta bianchi, lunghi fino a 15 mm; il calice si presenta con 5 lunghi denti, ricurvo, irsuto e la corolla con labbro inferiore trilobo e labbro superiore a cappuccio.
L’antesi si ha da Aprile a Settembre.
Il frutto è un microbasario (tetrachenio o tetranucula) con mericarpi di 2,2-2,3 x 0,9-1,1 mm, ellissoidi, di colore castano chiaro con nervi longitudinali più scuri e apicolo biancastro prominente.

Coltivazione –
La Brunella è una pianta spontanea, largamente diffusa che non viene praticamente coltivata. Cresce comunque in suoli a pH neutro, sia su substrato calcareo che siliceo.
L’impollinazione avviene tramite insetti tipo ditteri e imenotteri (impollinazione entomogama.
I semi, cadendo a terra, dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento (disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
I semi hanno una appendice oleosa (elaisomi, sostanze ricche di grassi, proteine e zuccheri) che attrae le formiche durante i loro spostamenti alla ricerca di cibo.
Può essere coltivata comunque anche come pianta ornamentale tanto che nei giardini la si può trovare come pianta da bordure e come tappezzante. In definitiva oggi questo è l’uso più frequente per questa specie.
In ogni caso, per usi alimentari o farmaceutici le parti edibili si raccolgono tra giugno e ottobre; si fanno essiccare in luogo aerato e poi si conservano in barattoli o buste di carta.

Usi e Tradizioni –
La Prunella vulgaris è una pianta a grande diffusione, con molte specie e da questa pianta facilmente si possono formare ibridi quando specie diverse crescono assieme (da alcuni autori questi ibridi sono considerate varietà).
Una specie simile è la Prunella grandiflora (L.) Scholler, conosciuta come Brunella maggiore, che si differenzia per la corolla più grande (2 – 3 cm) e per il fatto che non presenta le due brattee reniformi alla base dello spicastro (spiga florale); è inoltre priva di stoloni.
Questa pianta contiene alcune sostanze di interessante uso farmacologico ed alimentare e nella medicina popolare, viene chiamata anche falso basilico.
Sono presenti: tannino, composti resinosi, sostanze amare, acido rosmarinico, acido oleanolico, acido betulinico, polisaccaridi vari.
Le proprietà curative di questa pianta sono di tipo: antibatterico, astringente, diuretico, stomachico, antispasmodico e tonico.
Della Prunella vulgaris si utilizzano tutte le parti della pianta, esclusa la radice, che si raccolgono all’inizio dell’estate.
Viene usata nella medicina popolare come collutorio, come vulneraria, per curare pressione elevata, mal di testa e congiuntivite. Per uso esterno può servire come cicatrizzante per ferite non profonde. È da notare comunque che questa proprietà curativa deriva dal fatto che la corolla, vista di fianco, sembra un acuminato falcetto, e in ossequio alla ben nota “dottrina delle segnature” si credeva (verso il 1600-1700) che queste piante avessero il potere di curare le ferite di armi di forma similare.
In campo industriale da questa pianta si possono ricavare dei coloranti.
Infine, ha un importante ruolo ecologico anche perché è una pianta mellifera e quindi ricercata dalle api per il suo nettare.

Modalità di Preparazione –
La Brunella, in cucina, viene usata per insaporire la grappa (gusto amarognolo ma gradevole), mentre le foglie giovani si possono usare come insalata.
Per uso curativo si possono preparare degli infusi.
L’infuso si ottiene utilizzando 40 grammi della pianta ed 1 litro di acqua.
Si prepara mettendo in una ciotola le foglie essiccate ed aggiungendo l’acqua bollente per poi lasciare in infusione per 10 minuti.
Dopo di ché si ascia intiepidire e si adopera il liquido per fare gargarismi contro le infiammazioni della bocca (afta, stomatite) e della gola (laringite e faringite), per sterilizzare e detergere piccole ferite o tagli, per effettuare lavande vaginali.
Nelle dosi consigliate non ha effetti collaterali.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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