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Aratro

Aratro

L’aratro è uno strumento usato in agricoltura fin da ere remote per smuovere e preparare il terreno per successive lavorazioni o direttamente per la semina.
Documenti che attestano la creazione dell’aratro ci fanno comprendere come questo attrezzo sia nato ed evoluto indipendentemente in diverse aree del mondo anche se per alcuni è possibile che ci si siano stati degli scambi di conoscenze ed esperienze.
L’aratro che in senso storico è una sorta di evoluzione del piccone, un tempo era trainato da buoi e cavalli per i più benestanti, mentre per i meno ricchi veniva trainato direttamente dalle persone, e oggi, nei paesi modernizzati, con trattori meccanici e motocoltivatori.
Col tempo l’aratro ha subito parecchie evoluzioni soprattutto nell’uso dei materiali. Si passa così dai primi aratri realizzati prevalentemente in legno ai più moderni realizzati con metalli.
L’aratura svolge contemporaneamente più compiti:
– serve per incorporare i resti della precedente coltura nel suolo;
– distruggere la presenza di erbe infestanti;
– dissodare e frammentare il terreno in previsione della successiva semina (solitamente previa esposizione agli agenti atmosferici e previe ulteriori lavorazioni con altri attrezzi).
In generale gli organi lavoranti di un aratro rovesciatore ordinario (aratro a versoio) sono: coltro o coltello, vomere, versoio.
Il coltro è in genere un robusto coltello in grado di eseguire il taglio della zolla di terreno lungo una direzione perpendicolare al piano di campagna; talvolta è un disco a bordo liscio o dentato (per terreni torbosi o con fitta cotica erbosa o per il sovescio o l’interramento dei fertilizzanti) o è sostituito da una punta a scalpello, montata sul bordo del vomere o del versoio (per terreni tendenzialmente sabbiosi). Il vomere è una piastra di forma trapezoidale, in grado di eseguire il taglio della zolla di terreno lungo una direzione parallela al piano di campagna. Il versoio è una piastra di forma cilindrica o elicoidale, strettamente connessa al vomere, e serve a rivoltare e/o disgregare (terreni sabbiosi) la zolla di terreno appena tagliata; è costituito da una parte principale e da un’appendice, che effettuano, rispettivamente, una rotazione della fetta di terreno pari a 90° e a 45°.
In alcuni casi l’aratro a versoio è dotato di avanvomere, cioè di un piccolo vomere fissato alla bure, anteriormente, in prossimità del coltro. Questo ricopre lo scopo di tagliare parallelamente al piano di campagna lo strato superficiale del terreno, dello spessore di 5-6 cm, ed è utile soprattutto per il completo interramento della cotica erbosa.

Gli organi di collegamento di un aratro a versoio sono: la bure, che ne costituisce l’intelaiatura; la suola, che contribuisce a conferire stabilità longitudinale all’aratro, tenendo insieme vomere e versoio e collegandoli alla bure e al tallone; il tallone che, appoggiandosi sul terreno, protegge la suola; il petto, che collega la suola, il corpo dell’aratro e la bure; la briglia, che collega il coltro alla bure. La bure a volte poggia su ruote portanti, in numero di una (aratri semiportati), due o tre (aratri trainati). L’aratro a versoio può essere monovomere, se realizza un solo solco per ogni passaggio, o polivomere, se genera più solchi per ogni passaggio. L’aratro monovomere è l’aratro da scasso, cioè un aratro utilizzato per eseguire la lavorazione profonda del terreno, prima dell’impianto di colture arboree.
Una variante di questo tipo di aratro è l’ aratro reversibile e l’ aratro doppio (detti anche aratro voltorecchio).
Questi aratri sono a versoio che eseguono l’aratura alla pari, che consiste nel rivoltare la zolla di terreno sempre dalla stessa parte, sia lungo il passaggio di andata che lungo quello di ritorno. Entrambi sono costituiti da corpi lavoranti di sinistra e di destra; nell’aratro reversibile tali corpi lavoranti sono installati simmetricamente su un’unica bure, mentre nell’aratro doppio sono installati su due buri distinte e disposti tra di loro in modo da formare un angolo compreso tra 90 e 180°. La rotazione della bure o delle buri rispetto all’asse longitudinale dell’aratro è ottenuta idraulicamente e comandata tramite l’impianto idraulico della trattrice.
Altra tipologia di aratro è l’aratro a dischi.
Un normale aratro a disco è costituito da 1-6 calotte sferiche, installate folli su perni indipendenti; utile per lavorare terreni tenaci e ricchi di scheletro, produce un’elevata frantumazione, raggiungendo la profondità massima di lavoro di circa 30 cm. Un aratro a disco di tipo verticale è costituito da 4-15 calotte sferiche, installate folli sullo stesso asse, e raggiunge una profondità massima di lavoro di circa 20 cm. L’angolo di penetrazione, compreso tra l’asse della calotta e la direzione di avanzamento, è di circa 45°, mentre l’angolo di attacco, compreso tra il piano della calotta e la normale al piano di campagna, è variabile da 15 a 25°.
Altro tipo di aratro è l’aratro affossatore.
Questo è un aratro portato o trainato, costituito da due versoi, che rivoltano il terreno da entrambi i lati, al fine di realizzare un fosso o canale di scolo delle acque, delimitato da sponde stabili.
Aratro fognatore.
L’aratro fognatore (o talpa o di drenaggio) è un attrezzo portato, costituito essenzialmente da un coltro sottile, lungo circa 80 cm e portante all’estremità inferiore un cilindro orizzontale con testa tagliente e foggiata a becco di flauto; tale cilindro, incassato nel terreno e trainato, scava un cunicolo parallelo al piano di campagna, che favorisce il drenaggio profondo delle acque.
Altre varianti di aratro possono essere dati dall’aratro a bilanciere, ripuntatore, doppio, polivo mere, ecc. Ogni tipo di attrezzo risponde a determinate esigenze agronomiche e pedologiche.




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