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Mappa Geografica dell’Iran

Mappa Geografica dell’Iran

L’Iràn (persiano: إيران‎‎, [iˈrɑːn]), che ufficialmente è la Repubblica Islamica dell’Iran e che era conosciuto come Persia, è uno Stato dell’Asia situato all’estremità orientale del Medio Oriente.
La capitale dell’Iran è Tehran, ha una popolazione di poco meno di 8.500.000 al 2018.
L’Iran è uno Stato dove convivono differenti gruppi etnici che sono: persiani, azeri, curdi e luri.
L’Iràn è una regione di antichissima civiltà i cui primi reperti archeologici, quali quelli trovati nel sito del Kashafrud e di Ganj Par, dimostrano la presenza di insediamenti umani già dal Paleolitico inferiore.
Il territorio dell’Iran, che è il diciottesimo per grandezza al mondo, è pari a 1.648.195 km².
L’Iran confina con l’Azerbaigian, l’Armenia e la Turchia a nord-ovest, con il mar Caspio a nord, con il Turkmenistan a nord-est e a est con Turkmenistan e Afghanistan, a sud-est con il Pakistan e il golfo di Oman, a sud con il golfo Persico e lo stretto di Hormuz e infine con l’Iraq a ovest.
Dal punto di vista geografico l’Iran è costituito in gran parte dell’altopiano Iranico, con l’eccezione delle coste e della regione del Khūzestān.
L’Iran è uno dei Paesi più montuosi al mondo, con il paesaggio dominato da montagne, vasti altopiani e catene montuose, le quali separano tra loro i vari bacini idrografici e le poche pianure. L’area più montuosa è ad occidente a nord-occidente ed è percorsa dalla catena del Caucaso e dai monti Zagros, con la cima del Zard Kuh come punto più alto a 4.548 metri. A nord del Paese e a sud del mar Caspio si trova invece la catena montuosa più alta del Paese, i monti Elburz, con la vetta più alta sul monte Damavand a 5.610 m s.l.m., il quale è inoltre la montagna più alta dell’Eurasia a ovest del Hindu Kush.
Dal punto di vista climatico l’Iran è caratterizzato da differenti condizioni, per via della sua notevole estensione: così si va dagli inverni (da dicembre a febbraio) freddi e rigidi in buona parte del Paese, mentre d’estate (da giugno ad agosto) le temperature fino a 48-50 °C sono da considerarsi nella norma. Le precipitazioni piovose regolari sono circoscritte in prevalenza alla fascia più settentrionale e a quella più occidentale del Paese, che sono in genere anche le regioni più fredde.
La zona occidentale è quella più fredda, nonché una delle più umide, dell’Iran. Qui tra dicembre e febbraio le temperature molto al di sotto dello zero sono molto comuni. Spesso la neve è presente fino all’inizio della primavera (in montagna anche più a lungo). Stessa condizione si trova nell’’area del mar Caspio che e la regione che si estende a nord della catena, dell’Elburz, dove si registrano piogge piuttosto abbondanti, con una media annuale di circa 1300 mm. Qui l’inverno è più temperato che nel resto del settentrione. Molto frequenti sono i temporali.
Passando invece alla provincia di Teheran si ha un clima decisamente arido. In città le estati sono calde, asciutte e per nulla ventilate, invece le colline ai piedi dell’Elburz sono più fresche. L’inverno può essere molto rigido, specialmente di notte, anche se di solito agli inizi di marzo spariscono tutti i residui di neve. Tra novembre e metà maggio gli acquazzoni sono piuttosto frequenti.
Differente è la condizione delle zone centrali dell’Iran che sono molto calde d’estate e la temperatura aumenta mano a mano che ci si sposta verso sud e viene mitigata solo salendo in quota.
Le precipitazioni piovose variano da zona a zona, ma di rado la media supera di molto i 250 mm circa l’anno. L’Iran meridionale e la costa del golfo Persico nel periodo compreso tra l’inizio di maggio e la metà di ottobre registrano temperature roventi (di norma fino ai 50 °C), con un tasso di umidità molto elevato. La media annuale delle piogge (perlopiù invernali) è di 150 mm circa. Allontanandosi dal golfo Persico le temperature scendono leggermente: le estati sono calde e secche, gli inverni miti, anch’essi asciutti. Piove pochissimo e le gelate sono pochissime.
Dal punto di vista ecologico e naturalistico nel settentrione del Paese troviamo delle dense e piovose foreste di cui il 10% è all’interno di aree protette da parchi nazionali; il restante 50 %, purtroppo, ha subito seri danni per via di sfruttamento e agricoltura intensiva. Queste si estendono per cinque diverse regioni iraniane: il nord del Khorasan, il Golestan, Mazandaran, Gilan e Ardabil. La catena dell’Elburz raccoglie la umidità del mar Caspio, che poi si riversa sotto forma di forti precipitazioni durante l’autunno, inverno e primavera. Tali precipitazioni variano da 900 mm a 1.600 mm annui. Le foreste si diradano andando verso sud.
Differente è invece la zona centrale e meridionale dell’Iran che è ricoperta per la maggior parte da steppe, semi-steppe o regioni semi-aride. La parte centro-orientale del Paese è coperto dal Dasht-e Kavir (letteralmente «immenso deserto»), il quale è il deserto più grande del Paese, seguito più a est dal Dasht-e Lut e diversi laghi di sale. Tali deserti si sono formati a causa delle altissime catene montuose circostanti, le quali non permettono a quantità sufficienti di nuvole cariche di pioggia di raggiungere queste regioni.

Flora –
Nonostante la presenza di grandi deserti, di un’agricoltura intensiva in vaste aree e di grandi centri abitati, l’Iran ospita ancora più di 8200 specie di piante, 2000 delle quali endemiche. I versanti settentrionali della catena dell’Elburz sono ricoperti fino ai 2500 m di altitudine, da fitte foreste di latifoglie decidue, che fanno di questa zona il più ampio polmone verde del paese. Qui si trovano sia alberi simili a quelli tipici delle foreste europee (querce, frassini, pini, pioppi, salici, noci, aceri e olmi), sia una specie meno comune, il noce del Caucaso (Pterocarya fraxinifolia).
Le più interessanti aree boschive sono quelle intorno a Masuleh, nel Parco Nazionale del Golestan che si apre a est di Minudasht, e di Nahar Khoran, subito a sud di Gorgan e più facilmente accessibili rispetto alle altre. Sui versanti più elevati dei Monti Zagros centrali e nord-occidentali si trovano invece foreste, più piccole e rade, di querce e di ginepri.
A meridione l’aspetto del paesaggio cambia completamente. Qui le regioni meridionali e orientali dell’Iran sono quasi completamente spoglie di vegetazione. Soprattutto in primavera, però, in alcune valli affondate ai piedi di colline totalmente brulle risplendono inaspettatamente brillanti fasce di verde, come quella lunga 20 km conosciuta come «giungla dei noci», a Bavanat. Nelle pianure costiere del sud crescono le palme, soprattutto nei pressi dello Stretto di Hormuz, dove gruppi di pastori nomadi fanno la spola fra le zone calde lungo il mare e quelle più fresche delle alture, sfruttando i pascoli stagionali per i loro animali. Ma lo spettacolo più stupefacente è quello offerto dalle lussureggianti oasi che spezzano all’improvviso l’aridità assoluta dei deserti. Qui, dove d’estate le temperature possono toccare anche i 50 °C, prosperano decine di specie di palme da dattero, spesso affiancate da robusti melograni e modesti campi di cocomeri e meloni; l’oasi di Garmeh ne è un esempio tipico.

Fauna –
La fauna dell’Iran annovera 158 specie di mammiferi, circa un quinto dei quali è formato da specie endemiche. Tra questi ricordiamo i grandi felini come il leopardo persiano e il ghepardo asiatico, ma anche se meno conosciuti vanno annoverati le numerose varietà di ovini selvatici, cervi, gazzelle e orsi. Si consideri che le sette specie di ovini selvatici presenti in Iran sono probabilmente i progenitori delle odierne pecore e capre domestiche.
Fra questi animali si contano specie come l’urial (o pecora turkmena), il muflone del Laristan e lo stambecco del Caucaso, caratterizzato dalla lunga «barba» bianca e da corna ricurve. Altre interessanti specie di mammiferi sono, per esempio, il notevole asino selvatico persiano, il chinkara (o gazzella indiana) e la gazzella persiana (o subgutturosa), il cervo maral e le varietà asiatiche di orso nero e orso bruno. Fra i canidi selvatici figurano lupi, sciacalli e iene, mentre i cinghiali selvatici, in Iran sorprendentemente numerosi, sono ambite prede per i cacciatori. Questi grandi mammiferi vivono per la maggior parte nelle foreste dei monti dell’Elburz, anche se i grandi felini, i canidi selvatici e le gazzelle si trovano anche nelle regioni aride che circondano i due principali deserti. Nelle province orientali di Kerman, Sistan va Baluchestan e Khorasan vi sono cammelli che vagano nei deserti, ma, nonostante l’aspetto selvatico, generalmente appartengono a comunità nomadi o seminomadi.
Interessante ed ancora imponente è anche l’avifauna dell’Iran che conta oltre 500 specie di uccelli, ma fra queste solo una – la ghiandaia terragnola dell’Iran – è endemica. Fra queste citiamo il fagiano di monte del Caucaso, il tetraogallo del Caspio, il sordone di Radde (Prunella ocularis) e alcune specie di culbianco (Oenanthe ssp.).
In Iran esistono inoltre 22 lagune protette ai sensi della Convenzione di Ramsar che rappresentano le zone di sosta di uccelli migratori sulla rotta fra Europa e Africa. L’assortimento di uccelli acquatici, soprattutto anatre, è notevole. Anche se il loro numero complessivo è molto inferiore rispetto ad alcuni decenni fa, si calcola che esistano comunque più di un milione di esemplari presenti (per almeno una parte dell’anno) in Iran. Fra gli acquatici migratori, ricordiamo non solo i fenicotteri maggiori, che un tempo a primavera si riversavano in migliaia di esemplari intorno al Lago di Orumiyeh, mentre oggi sono meno diffusi a causa della crescente salinizzazione delle acque, ma anche i mignattai e i martin pescatori golabianca. Altre specie abbastanza diffuse sono le gazze bianche e nere, le ghiandaie marine, i gruccioni verdi e marroni, e le cornacche nere e grigie. Meno comuni sono le aquile reali (che comunque sono ancora presenti nelle province intorno al Mar Caspio), la pavoncella indiana, la pernice del deserto, il lanario e il falco sacro (presenti soprattutto nella provincia di Hamadan), e gli avvoltoi e i nibbi bruni che popolano l’altopiano centrale e i deserti.
Vediamo adesso la fauna acquatica dei mari di questo Paese. Qui troviamo un’ampia varietà di pesci tropicali, pesci spada, focene e squali. Nel Mar Caspio vive la foca del Caspio, la cui presenza in una zona così lontana dai mari aperti è tuttora un mistero per la scienza. Le stesse acque ospitano anche numerosi branchi di storioni (che producono il famoso caviale). A partire dagli anni ‘70, però, il numero degli storioni è diminuito del 90%, a causa dell’inquinamento e dell’eccessivo sfruttamento, e nel 2006 un organismo delle Nazioni Unite ha vietato l’esportazione di caviale da quattro dei cinque stati che si affacciano sul Mar Caspio. L’unica eccezione è proprio l’Iran, che però è tenuto a non superare una quota prestabilita e a esportare solo il caviale prodotto da una particolare specie di storione.

Guido Bissanti




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