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Macroglossum stellatarum

Macroglossum stellatarum

La sfinge del galio o sfinge colibrì o fiutola (Macroglossum stellatarum (Linnaeus, 1758)) è un lepidottero della famiglia Sphingidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Superphylum Protostomia, Phylum Arthropoda, Subphylum Tracheata Superclasse Hexapoda, Classe Insecta, Sottoclasse Pterygota, Coorte Endopterygota, Superordine Oligoneoptera, Sezione Panorpoidea, Ordine Lepidoptera, Sottordine Glossata, Infraordine Heteroneura, Divisione Ditrysia, Superfamiglia Bombycoidea, Famiglia Sphingidae, Sottofamiglia Macroglossinae, Tribù Macroglossini, Sottotribù Macroglossina e quindi al Genere Macroglossum ed alla Specie M. stellatarum.
È sinonimo il termine Sphinx stellatarum Linnaeus, 1758.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La sfinge del galio è un lepidottero diffuso in Eurasia e Nordafrica e precisamente in un’ampia fascia boreale del Vecchio mondo, dal Portogallo al Giappone, ma è stanziale solo nelle aree temperato-subtropicali (bacino del Mediterraneo e regioni orientali).
L’adulto visita giardini fioriti e può svernare all’interno delle abitazioni.

Morfologia –
L’adulto del Macroglossum stellatarum presenta ali anteriori di colore bruno, attraversate da ondulate linee nere ed ali posteriori di colore arancione orlate di nero. L’apertura alare è di 40–50 mm e può raggiungere una lunghezza di 4 a 6 centimetri. L’addome è piuttosto ampio, terminato da una breve coda a ventaglio.
Presenta una lunga spiritromba. Per la varietà di specie visitate questa farfalla riveste un ruolo importante per la fecondazione delle piante.
Le uova sono lucide e di colore verde pallido, sferiche (1 mm di diametro), a imitazione delle gemme di Galium, piante ospiti su cui le femmine ne depongono fino a 200, ciascuno su una pianta diversa. La schiusa delle uova si ha in 6 – 8 giorni.
Le larve, appena fuoriuscite sono di colore giallo chiaro; con la successiva muta assumono la colorazione verde con due strisce chiare ai lati e il corno posteriore tipico delle sfingidi. Il corno è di colore rosso porpora, poi blu con estremità arancione nell’ultima muta.
Queste brucano alla sommità delle piante e riposano nel folto dei rami. Lo stadio larvale può essere anche di soli 20 giorni e dipende dal tepore del sole.
Le pupe sono di colore bruno-pallido con una proboscide prominente e due spine acuminate all’estremità della crisalide. Queste sono avvolte in bozzoli setosi posti tra i residui della pianta ospite o tra i resti delle foglie cadute al suolo.

Attitudine e Ciclo biologico –
La sfinge del galio ha ogni anno almeno due deposizioni di uova, potendo arrivare, in aree più calde, fino a quattro deposizioni.
Gli adulti sono visibili in qualsiasi periodo dell’anno, specialmente nella fascia meridionale dell’areale e svernano negli interstizi di rocce, alberi ed edifici; in giornate invernali particolarmente temperate possono emergere per nutrirsi.
Le larve di questo lepidottero solitamente pascolano su galio o robbia, ma sono state trovate anche su valeriane, stellarie ed epilobii.
Gli adulti di questa falena sono particolarmente attratti da fiori nettarini dal calice lungo e sottile, a cui attingono per mezzo della lunga proboscide (spiritromba) evitando così la competizione con altri insetti.
Tra queste piante ricordiamo: Centranthus, Jasminum, Buddleia, Nicotiana, Primula, Viola, Syringa, Verbena, Echium, Phlox, Lavandula, Stachys; inoltre queste farfalle tendono a “coltivare” in quanto tornano nelle stesse distese floreali pressappoco alla medesima ora del giorno.

Ruolo Ecologico –
La Macroglossum stellatarum è una falena volatrice resistente, capace di ampie dispersioni tanto da poter essere osservata potenzialmente ovunque nell’emisfero settentrionale durante l’estate. Tuttavia alle latitudini maggiori (ad esempio a nord delle Alpi europee e del Caucaso russo) raramente sopravvive all’inverno.
Queste falene possono essere facilmente individuabili nei giardini, parchi, prati, cespugli e macchie ai margini dei boschi, dove crescono appunto le piante su cui si alimentano.
Hanno inoltre abitudini sia diurne che crepuscolari, volano nei mesi caldi dell’anno e si posano solo per riposare dopo il crepuscolo, ben nascoste dalla vegetazione, coprendo con le ali anteriori le posteriori e lasciando scoperto l’addome.
Queste falene si riconoscono anche per il caratteristico suo volo stazionario: le loro ali sono infatti animate da un movimento estremamente veloce, molto simile ad una vibrazione che permette loro di stazionare vicino ai fiori e di gustarne il nettare restando in volo, similmente ai colibrì. La frequenza è di 70-80 battiti al secondo come, appunto i piccoli colibrì.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.



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