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Come coltivare l’Orostachys

Come coltivare l’Orostachys

Il genere Orostachys (Orostachys Fisch.) è un genere di piante succulente appartenente alla famiglia delle Crassulacee con origini della zona temperata dell’Asia.
La pianta si riconosce per essere costituita da foglie carnose e spinose all’apice, poste a cerchio decrescente fino a formare una rosetta; ognuna di queste rosette dopo aver sviluppato il suo fiore muore.
In questa scheda vedremo come coltivare l’Orostachys seguendo le indicazioni e le tecniche agronomiche più opportune.
Questo genere di piante comprende le seguenti specie:
– Orostachys aggregata;
– Orostachys cartilaginea;
– Orostachis chanetii;
– Orostachys fimbriata;
– Orostachys iwarenge;
– Orostachys japonica;
– Orostachys malacophilla;
– Orostachys minuta;
– Orostachys paradoxa;
– Orostachys sikokiana;
– Orostachys spinosus;
– Orostachys thyrsiflora.

La coltivazione di queste specie si addice per lo più ai giardini di montagna.
Il terreno dove coltivare l’Orostachys deve essere un misto di torba e sabbia grossa, con buone doti drenanti.
Predilige esposizioni molto soleggiate, con temperature invernali anche prossime allo 0 °C ma non superiori ai 4 °C, senza però che le piante vengano esposte a gelate troppo prolungate.
Per le irrigazioni bisogna intervenire con parsimonia, solo quando la terra si presenta ben secca in primavera ed estate, mentre queste vanno sospese del tutto nel periodo invernale.
Per le concimazioni, essendo l’Orostachys un genere rustico e biennale, una volta messa a dimora nel terriccio fresco non ha particolari necessità di concimazione. Si può concimare nel periodo vegetativo seguendo indicazioni diverse, però, per le differenti specie.
Per la moltiplicazione si può procedere staccando una rosetta dalla pianta madre e invasandola o interrandola direttamente, meglio se in primavera. Oltre alle rosette si possono usare singole foglie secondo la specie.
Andiamo al rinvaso. Anche se non c’è spesso la necessità di rinvaso è meglio comunque mettere le piante in vasi larghi e non troppo profondi.




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