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Sinigrina

Sinigrina

La sinigrina, il cui termine nella nomenclatura ufficiale IUPAC è: 1-(β-D-glucopiranosiltio)but-3-enilidenamminoossisulfonato di potassio e la cui formula bruta o molecolare è: C10H16NO9S2K.H2O, chimicamente è un glucosinolato e più precisamente il mironato di potassio. Questo composto, allo stato puro si presenta in cristalli solubili in acqua, con odore pungente fortissimo e sapore caustico.
La sinigrina è presente in varie piante della famiglia delle Brassicaceae; tra queste ricordiamo i cavolini di bruxelles, i broccoli (Brassica oleracea), la senape nera (Brassica nigra, il ravanello selvatico (Raphanus sativus) ed il rafano (Cochleraria armoracia).

La sinigrina, in presenza di acqua, viene idrolizzata dall’enzima mirosinasi, pure presente nei semi di senape, con liberazione di glucosio, di solfato acido di potassio e di un olio etereo costituito per oltre il 90% da isotiocianato di allile.
Questo processo avviene nelle piante che contengono la sinigrina, in cui, quando i tessuti vegetali vengono schiacciati o danneggiati, l’enzima mirosinasi scinde la sinigrina formando glucosio, solfato acido di potassio e isotiocianato di allile (olio di mostarda), che è responsabile del gusto piccante della senape e del rafano.

Avvertenza: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.



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