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Phoenix dactylifera

Phoenix dactylifera

La palma da datteri (Phoenix dactylifera L., 1753) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Arecaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Liliopsida, Sottoclasse Arecidae, Ordine Arecales, Famiglia Arecaceae, Sottofamiglia Coryphoideae, Tribù Phoeniceae e quindi al Genere Phoenix ed alla Specie P. dactylifera.

Etimologia –
Il termine Phoenix è un antico nome già citato da Teofrasto, con cui i Greci chiamavano le piante di questo genere e deriva dal greco φοῖνιξ phoínix = fenicio perché sarebbero stati proprio i Fenici a diffondere queste piante.
L’epiteto specifico dactylifera proviene dal greco δάκτυλοϛ dáctylos dito, dattero e da φέρω phéro portare: che produce datteri.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Palma da dattero è una specie originaria del Nordafrica, anche se, a causa dell’antichità delle coltivazioni, il suo areale originario non può essere determinato con certezza, basti pensare che era già coltivata nel 4000 a.C. a Babilonia.
Oggi è ampiamente coltivata nell’Africa settentrionale e nell’Asia sudoccidentale, oltre che in Arabia e fino al Golfo Persico, dove forma la caratteristica vegetazione delle oasi. Si coltiva inoltre nelle Canarie, nel Mediterraneo settentrionale e nella parte meridionale degli Stati Uniti. Presente anche in Italia dove è impiegata anche come ornamentale, soprattutto in Sicilia dove è diffusissima in particolar modo nei giardini della città di Palermo; ciò nonostante non è sfruttata o coltivata a scopi commerciali.

Descrizione –
La Phoenix dactylifera è una imponente palma, con tronco molto slanciato, che può raggiungere i 30 metri di altezza, vistosamente coperto dai resti delle guaine delle foglie cadute.
Le foglie sono riunite in un numero massimo di 20-30 a formare una rada corona apicale; queste sono pennate, lunghe fino a 6 m, con le superiori ascendenti e le basali ricurve verso il basso, con segmenti coriacei, lineari, rigidi e pungenti, di colore verde-glauco.
I fiori sono unisessuali portati su piante differenti (dioiche), sono piccoli, di colore biancastro, fragranti, riuniti in spadici ascellari lunghi fino a 120 cm e fortemente ricurvi per il peso dei frutti.
I frutti, comunemente chiamati datteri, sono delle bacche oblunghe, di colore arancione scuro a maturità, lunghe fino a 5 cm nelle varietà coltivate, con polpa zuccherina, contenenti un seme di consistenza legnosa.

Coltivazione –
La Phoenix dactylifera è una pianta sensibile al freddo che cresce bene su terreni di qualsiasi natura, purchè siano fertili e ben drenati; nelle regioni a clima mite, si coltiva all’aperto in posizioni soleggiate e viene utilizzata soprattutto come pianta ornamentale per il portamento slanciato ed il fogliame.
Affinchè i frutti giungano a completa maturazione sono richieste temperature piuttosto elevate (40°C) e notevole disponibilità di acqua, che in coltura viene fornita anche per irrigazione.
La specie si moltiplica per polloni o per semina in primavera. Per i dettagli della tecnica di coltivazione si rimanda alla seguente scheda.

Usi e Tradizioni –
La palma da datteri era nota sin dall’antichità; veniva considerata dagli Egizi simbolo di fertilità; raffigurata dai Cartaginesi nelle monete e nei monumenti e utilizzata da Greci e Latini come ornamento per celebrazioni trionfali. Nella tradizione cristiana, le foglie rappresentano un simbolo di pace e ricordano l’entrata di Gesù in Gerusalemme. Inoltre è menzionata ben diciassette volte nel Corano.
La coltivazione della Phoenix dactylifera era conosciuta già nell’antichità tra gli Egizi, i Cartaginesi, i Greci, i Romani, i Berberi per i suoi frutti eduli chiamati datteri.
Oggi è coltivata in tutto il Maghreb, in Egitto, Arabia, nel Golfo Persico, nelle Canarie, nella zona mediterranea meridionale e nel sud degli Stati Uniti.
La coltivazione della palma da dattero, essendo molto antica e diffusa oramai in varie parti del mondo è caratterizzata dalla presenza di numerose cultivar, di cui le più diffuse sono: ‘Medjool’, ‘Deklet noor’, ‘Ameri’, ‘Deri’, ‘Halawi’ e ‘Zahidi’, ‘Berhi’, ‘Hiann’.
Tra le varietà di dattero c’è quella definita “da amido”, dalla quale si ricava il cosiddetto “pane del deserto”, che rappresenta uno degli alimenti fondamentali dei beduini.
I datteri, per il loro elevato contenuto zuccherino, costituiscono un alimento fondamentale per le popolazioni del Nord Africa, Arabia, Persia, dove centinaia di varietà vengono coltivate per scopo commerciale. Quasi tutti i datteri vengono fatti seccare al sole, in modo tale da aumentare la concentrazione degli zuccheri. In questo modo diventano più dolci e si conservano più a lungo. Questa caratteristica li rende disponibili tutto l’anno.
Alcune varietà (la Berhi e la Hiann) vengono commercializzate fresche.
Da ricordare, infine, uno dei più temibili parassiti di questa pianta che è il Rhynchophorus ferrugineus, noto come punteruolo rosso delle palme. Si tratta di un coleottero curculionide originario dell’Asia, recentemente propagatosi in Medio Oriente e successivamente a tutto il bacino del Mediterraneo, rivelatosi resistente a tutti i mezzi di controllo convenzionali.

Modalità di Preparazione –
I datteri secchi si presentano più scuri e grinzi, di forma oblunga irregolare, quelli freschi sono lisci e perfettamente cilindrici. I datteri si possono mangiare da soli, nei dessert, oppure con tutti i formaggi saporiti.
Come detto, alcune varietà (la Berhi e la Hiann) vengono commercializzate fresche.
Lo sciroppo di datteri, che si ottiene bollendo i frutti in acqua, è considerato un buon rimedio contro tosse e raffreddori.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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