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Sorbus aucuparia

Sorbus aucuparia

Il sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia L.) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Rosacee.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Rosidae, Ordine Rosales, Famiglia Rosaceae e quindi al Genere Sorbus ed alla Specie S. aucuparia.

Etimologia –
Il termine Sorbus deriva direttamente da sorbus, nome del sorbo domestico in Plinio e Columella, derivato da sórbeo sorbire, forse in riferimento al frutto maturo e molle da cui sorbire il succo fermentato. L’epiteto specifico aucuparia proviene da avis uccello e capio prendere, catturare: i frutti di queste piante sono appetiti dalla piccola avifauna migratoria e per questo vengono piantate negli appostamenti fissi per la caccia e utilizzati come esca in panie e archetti.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Sorbo degli uccellatori è una pianta originaria della zona centro-settentrionale dell’Europa, dall’Islanda alla Russia, e delle montagne del sud. Cresce a quote comprese tra i 600 e i 2.100 metri. In Italia è presente in tutte le regioni, dalle zone alpine alla Sicilia e Sardegna. Cresce in boschi (soprattutto faggete e abetine) e nei cespuglieti a rododendro delle Alpi, con optimum nelle fasce montana e subalpina.

Descrizione –
Il Sorbus aucuparia è un piccolo albero che può raggiungere i 15 metri di altezza, con una chioma leggera, espanso-ombrelliforme. Presenta un tronco con scorza grigio argento, con lenticelle lineari che con l’età tendono a confluire, determinando una maggiore rugosità. Le gemme sono tomentose.
Le foglie sono decidue, alterne, composte da 6 0 7 paia di segmenti laterali più uno apicale, lanceolati e lunghi circa 5 cm, coperti da rada pubescenza nella pagina inferiore; il margine si presenta seghettato.
I fiori sono riuniti in corimbi eretti, del diametro di 15 cm circa, con petali rotondi, bianchi e stami gialli. L’antesi è nel periodo finale della primavera.
I frutti sono dei piccoli pomi subglobosi di 6-11 mm di diametro, di colore rosso o rosso-aranciato, con carne omogenea con poche sclereidi e 1- 6 semi di 3-6 x 1,5-3 mm a sezione ellittica, lisci, brillanti, arancioni.

Coltivazione –
Il Sorbo degli uccellatori per essere coltivato ha bisogno di zone semiombrose e i luoghi freschi con temperature non troppo elevate; i suoli devono essere a pH acido e ben drenati.
Essendo una pianta rustica non ha bisogno di particolari apporti idrici se non nella prima fase di impianto, dopodiché si accontenta dell’acqua piovana.
Per una buona crescita della pianta si consiglia, al momento dell’impianto di mettere nella buca un buon quantitativo di letame maturo miscelato allo steso substrato estratto dalla buca.
Il sorbo degli uccellatori, come il sorbo domestico, si riproduce per seme o per talea semilegnosa. I semi estratti dalle bacche in inverno vanno conservati in luoghi freschi e asciutti fino alla primavera.
Per quanto riguarda le avversità e malattie, il Sorbus aucuparia é una pianta molto resistente; solo in caso di clima eccessivamente umido può soffrire l’ oidio.

Usi e Tradizioni –
Il sorbo degli uccellatori è un alberello distribuzione europea presente in tutte le regioni d’Italia, con tre sottospecie: Sorbus aucuparia L. subsp. Aucuparia, Sorbus aucuparia subsp. glabrata (Wimm. & Grab.) Hedl. e Sorbus aucuparia subsp. praemorsa (Guss.) Nyman.
Questa pianta viene spesso coltivato a scopo ornamentale lungo le vie, soprattutto nei centri montani. I frutti possono essere impiegati nella preparazione di gelatine, marmellate e salse, ma possono essere tossici se consumati crudi in quanto i semi contengono l’amigdalina (derivato cianidrico). Un colorante nero è ottenuto dai rami giovani. Il legno è pregiato, duro, compatto ed elastico, e trova impiego per lavori di ebanisteria, costruzione di slitte, tornitura, intaglio; viene inoltre impiegato per strumenti musicali (flauti) e nell’industria del mobile; come combustibile dà buona legna da ardere.
Un tempo questa pianta veniva anche piantata per attirare gli uccelli frugivori che sono molto ghiotti delle sue bacche.
Nella cultura popolare friulana, cadorina e mitteleuropea, le bacche essiccate di sorbo degli uccellatori erano utilizzate come repellente per streghe, lupi mannari e demoni, e come “antidoto” contro i malefici e gli incantesimi.
Dalle bacche del Sorbo degli uccellatori si estrae un diffuso conservante alimentare ad azione antifungina: l’acido sorbico, E200. Sempre dal sorbo è possibile ottenere il sorbitolo: poliolo dal sapore dolce usato appunto come dolcificante (E420).

Modalità di Preparazione –
I frutti del Sorbus aucuparia, possono risultare tossici, soprattutto se mangiati in quantità, in quanto i semi presenti all’interno, se ingeriti, contengono l’ amigdalina che è un derivato dell’acido cianidrico. Possono però essere impiegati nella preparazione di gelatine, marmellate e salse.
In campo alimentare si consumano, con le prescrizioni descritte, i frutti, sia crudi che cotti.
Il frutto è molto acido e grandi quantità di frutto crudo possono causare, come detto, disturbi di stomaco.
Può essere utilizzato per preparare deliziose, anche se leggermente acidule, marmellate e conserve; il frutto può anche essere essiccato e utilizzato come farina mescolata ai cereali.
Le foglie e i fiori vengono utilizzati come sostituto del tè.
I frutti tostati, invece, sono un sostituto del caffè.
In campo medicinale la corteccia è astringente, viene utilizzata nel trattamento della diarrea e come iniezione vaginale per la leucorrea, ecc.
Il frutto è antiossidante, antiscorbutico, astringente e diuretico. Viene normalmente utilizzato sotto forma di marmellata o infuso per curare la diarrea, le emorroidi, i calcoli renali, ecc.
Un’infusione può essere utilizzata anche come gargarismi per il mal di gola e come lavaggio per trattare le emorroidi e le perdite vaginali eccessive.
I semi contengono glicosidi cianogenici che, in reazione con l’acqua, producono l’acido prussico estremamente tossico.
In piccole quantità agisce come stimolante del sistema respiratorio ma in dosi maggiori può causare insufficienza respiratoria e morte.
È quindi meglio rimuovere i semi quando si utilizza il frutto in medicina o come alimento.
Sia i fiori che il frutto sono aperitivi, blandamente diuretici, lassativi ed emmenagoghi.
Un’infusione viene utilizzata nel trattamento delle mestruazioni dolorose, della stitichezza e dei disturbi renali.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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