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Specie Funghi

Inonotus hispidus

Inonotus hispidus

L’ Inonotus hispidus (Inonotus hispidus (Bull.) P. Karst., 1880) è un fungo basidiomicete appartenente alla famiglia delle Hymenochaetaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Fungi, Divisione Basidiomycota, Classe Basidiomycetes, Ordine Hymenochaetales, Famiglia Hymenochaetaceae e quindi al Genere Inonotus ed alla Specie I. hispidus.
Tra i sinonimi obsoleti ricordiamo: Boletus hispidus Bull. 1784, Boletus hirsutus Scop. 1772, Boletus villosus Huds. 1778, Polyporus hispidus (Bull.) Fr. 1818, Inodermus hispidus (Bull.) Quel. 1886 e Inonotus hirsutus (Scop.) Murril (1904).

Etimologia –
Il termine Inonotus proviene dal greco ἴς, ἰνός ís, inós muscolo, nervo fibra e da οὖς, ωτόϛ oús, otós orecchio: per il carpoforo fibroso con l’aspetto di un orecchio. L’epiteto specifico hispidus è dovuto alla superficie ispida, irsuta del carpoforo.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Inonotus hispidus è un fungo che cresce solitamente su alberi da frutta (meli, noci, etc.) ma anche su numerose latifoglie vive; è molto comune ed è rinvenuto spesso sui pioppi anche nei viali delle città. Cresce nel periodo tra l’estate e l’autunno ma persiste sugli alberi per vari anni. In Italia è presente un po’ ovunque.

Riconoscimento –
Questo fungo si riconosce per avere un corpo fruttifero a forma di ventaglio, che qualche volta può essere fuso con altri in gruppi sovrapposti; è coperto fittamente da un feltro-peloso o setoloso ed è di colore variabile tra l’ocra, il marrone vivace ed il brunastro. I tubuli sono lunghi e di colore giallo-bruno. I pori sono rotondi o angolosi, con colorazione giallo-fulvo o bruni. La carne è spugnosa o fibrosa; di colore giallo da giovane e poi ruggine; spesso imbibita di acqua tanto da fuoriuscire dai pori sottostanti; diventa fragile con l’essiccamento. Al microscopio si notano delle spore di 7-9 x 6-7 µm, subglobose, di color ruggine in massa.

Coltivazione –
L’ Inonotus hispidus non è un fungo coltivato.

Usi e Tradizioni –
Questo fungo è l’agente della carie bianca del cilindro centrale degli alberi che attacca. Può essere confuso con l’Inonotus tamaricis (Pat.) Maire 1938, che è molto simile nella conformazione morfologico strutturale e di colorazione analoga ma si differisce per le dimensioni minori, per la superficie sterile meno ispida; per la superficie porosa che non secerne goccioline acquose e per l’habitat di crescita che lo associa esclusivamente ad alberi di Tamerice.
La commestibilità di questo fungo è limitata esclusivamente alle prime fasi di crescita dello stesso, dopodiché diventa immangiabile perché legnoso.
In passato veniva ricercato e consumato ed in Sicilia il suo nome volgare è “Asca”; oggi la moderna micologia lo colloca fra i funghi non commestibili.

Modalità di Preparazione –
Se consumato molto fresco, con le carni ancora tenere, potrebbe essere preparato e conservato come molti boleti.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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