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La pseudoaconitina

La pseudoaconitina

La pseudoaconitina o nepalina, la cui formula bruta o molecolare è C36H51NO12 è un alcaloide diterpenoidico (pseudoalcaloide in quanto non è derivato da amminoacidi) presente in alcune specie della famiglia Ranunculaceae appartenenti al genere Aconitum. Il nome IUPAC è: α, 6α, 14α ( E ), 16β-20-etil-1,6,16-trimetossi-4-metossimetil-3,13-diidrossiaconitan-8,14-diil 8-acetato 14- (3,4-dimetossibenzoato). Si tratta di un composto estremamente tossico che si trova in quantità elevate nelle radici di Aconitum ferox (pianta è nota ai botanici e ai viaggiatori provenienti dall’India con il nome “Bikh”), noto anche come Aconite indiana, della famiglia delle ranunculacee. È una sostanza cristallina, di sapore amaro, dotata di proprietà simili a quelle dell’aconitina, che si scioglie a 202 °C ed è moderatamente solubile in acqua, ma maggiormente in alcol, il che dimostra che è una sostanza lipofila .
La pseudaconitina fu scoperta nel 1878 da Wright e Luff.
Questa molecola è è un moderato inibitore dell’enzima acetilcolinesterasi . Questo enzima scinde il neurotrasmettitore acetilcolina attraverso meccanismo di idrolisi.

L’inibizione di questo enzima provoca una stimolazione a carico della membrana postsinaptica da parte del neurotrasmettitore che non può essere così annullata. L’ accumulo di acetilcolina può quindi portare alla costante stimolazione dei muscoli, delle ghiandole e del sistema nervoso centrale. Inoltre la pseudaconitina, in piccole quantità, provoca anche un formicolio sulla lingua, sulle labbra e sulla pelle.
La pseudaconitina è contenuta anche in altre piante, tra cui l’aconito napello (Aconitum napellus L., 1753). La tossicità dell’aconito deriva dalla presenza di alcaloidi, principalmente aconitina e pseudaconitina (o nepalina), che sono fra i veleni vegetali più potenti che esistono. Essi si legano a proteine essenziali per la conduzione nervosa e il funzionamento del cuore. Questa stessa pianta tuttavia è utilizzata come farmaco nelle medicine tradizionali, prima fra tutte quella cinese, che indica varie metodiche per ridurne la tossicità. Le specie usate dalla medicina cinese sono differenti da quelle europee e sono A.kusnezoffii e A.carmichaeli, ma il loro aspetto è veramente simile al nostro napello.  L’aconitina viene menzionata già nel più antico libro di fitoterapia cinese, Shennong Bencao Jing ( 神农本草经 ), un trattato la cui origine è leggendaria, ma la cui edizione è storicamente collocata fra 200 avanti Cristo e 200 dopo Cristo.

Avvertenza: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.




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