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Come coltivare l’Aconito

Come coltivare l’Aconito

L’aconito napello (Aconitum napellus L., 1753) è una specie erbacea della famiglia delle Ranunculaceae; essendo una delle piante più tossiche della flora italiana, diffusa nelle zone montagnose delle Alpi, se si vuole coltivarla bisogna conoscere tutte le precauzioni necessarie e gli accorgimenti utili. In questa scheda vedremo come coltivare l’Aconito e soprattutto le cautele da adottare.
È una pianta che può essere coltivata, soprattutto come sfondo di una bordura. Queste piante producono dei fiori velenosi che devono essere controllati e tenuti lontano dai bambini e da chi è ignaro della loro tossicità. Per la loro coltivazione si consiglia di piantarli in gruppo e lasciati sviluppare per alcuni anni, considerato che hanno una crescita abbastanza lenta.
L’aconito napello può raggiungere anche un m di altezza ed, in estate, produce delle spighe di fiori di un colore blu intenso; esistono però numerose varietà di questo genere, molte delle quali dai fiori di varia tonalità, dal lilla al blu.
Per la loro coltivazione richiede un clima del tipo fresco – temperato e quindi è preferibile scegliere zone a mezz’ombra; inoltre è una pianta che tollera bene il gelo invernale. I suoli preferiti sono quelli molto organici, leggeri e drenati. Per quanto riguarda l’irrigazione questa va iniziata alla fine delle piogge primaverili, con i primi tepori e non sospesa per l’intero periodo estivo e di inizio di autunno; bisogna sempre avere cura di non creare ristagni nelle zone irrigate. Per quanto riguarda la concimazione si consiglia l’apporto di letame maturo, o compost, prima dell’impianto e di una integrazione di tarda primavera con una leggera movimentazione del substrato ma senza danneggiare l’apparato radicale.

La propagazione dell’aconito può avvenire sia per seme che per divisione delle radici. L’epoca di raccolta della pianta è la seguente: per le foglie durante l’estate; i tuberi in autunno. Se si tratta delle piante spontanee si ricorda che è una specie protetta. Inoltre i giovani germogli possono essere confusi con il radicchio di montagna o cicerbita violetta (Lactuca alpina (L.) A. Gray, 1884)).
Per quanto riguarda le avversità l’aconito si dimostra una pianta alquanto rustica; le uniche malattie possono essere dovute a condizioni di ristagno o umidità eccessiva che possono portare ad attacchi di oidio o verticillosi. In questo caso è molto utile un intervento, anche preventivo, con prodotti naturali a base di equiseto e di bicarbonato di sodio.
Adesso soffermiamoci un momento sugli alcaloidi contenuti in questa pianta, come l’aconitina; questi sono molto pericolosi sia se ingeriti che per contatto dermico. L’intossicazione ha un decorso rapidissimo: in un periodo compreso tra i 10 e 90 minuti dall’ingestione si palesano sintomi quali palpitazioni, difficoltà del respiro, tachicardia, nausea, dolore addominale e vomito. Circa 3 grammi di aconitina possono portare alla morte un individuo in poche ore.
Se invece toccale le foglie ed i fiori (senza degli appositi guanti) possono insorgere problematiche quali prurito, disturbi sensoriali e a volte persino motori. È comunque da rilevare che la velenosità delle foglie è inferiore a quella dei tubercoli.
Ma altri composti presenti nella pianta, oltre all’aconitina, sono: mesaconitina, nepalina, delfinina, ipaconitina, indaconitina, acido aconitico, acido malico e acido acetico. Siccome buona parte di queste sostanze sono dannose per l’uomo è necessario una notevole accortezza.
L’Aconitum napellus è usato in fn fitoterapia per le sue marcate proprietà antinevralgiche, sedative, analgesiche. In omeopatia viene indicata contro gli attacchi di panico, gli stati di shock, il mal di gola, il mal d’orecchio. Le parti usate sono le foglie e la radice; queste ultime costituiscono la principale droga della pianta dotate in maggior misura dell’aconitina, il principio attivo curativo.
Per le proprietà tossiche della pianta, questa veniva spesso usata, specialmente dai Galli e dai Germani, per motivi militari, che avvelenavano con essa le punte di frecce e lance prima del combattimento.




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