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Malus domestica

Malus domestica

Il melo (Malus domestica Borkh., 1803) è una specie arborea da frutto della famiglia delle Rosaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Rosidae, Ordine Rosales, Famiglia Rosaceae, Sottofamiglia Maloideae e quindi al Genere Malus ed alla Specie M. domestica.

Etimologia –
Il termine Malus deriva dal nome latino del melo, citato da Varrone e altri autori. L’epiteto specifico domestica è in riferimento a nostrano oppure specie addomesticata.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Malus domestica è una specie originario di una area sud caucasica; specie addomesticata nella notte dei tempi, è oggi coltivato intensivamente in Cina, Stati Uniti, Russia, Europa (soprattutto in Italia e Francia).

Descrizione –
Il melo è una specie arborea di piccola dimensione (5-12 metri di altezza), decidua con chioma densa ed espansa e apparato radicale superficiale. Le foglie sono disposte in maniera alterna e sono semplici ed a lamina ovale, leggermente seghettata, con apice acuto e base arrotondata, con dimensioni di 5-12 centimetri di lunghezza e 3–6 cm di larghezza, glabre nella parte superiore e con una certa tomentosità sulla pagina inferiore. Il picciolo è lungo 2–5 cm. Possiede fiori ermafroditi di colore bianco-rosato esternamente e bianco internamente con simmetria pentamera; questi hanno una corolla di 5 petali, larghi 2,5-3,5 cm ed ovario infero. I fiori sono riuniti a formare infiorescenze a corimbo con un numero variabile da 3 a 7. L’antesi è nel periodo primaverile ed è simultanea all’emissione dei germogli. L’impollinazione è entomofila.
Il frutto è un falso frutto con forma globosa, generalmente di 5–9 cm di diametro, prima verde e a maturazione, estivo-autunnale, con colore variabile dal giallo-verde al rosso. Il frutto vero, derivato dall’accrescimento dell’ovario è in realtà costituito dal torsolo, di consistenza più coriacea rispetto alla polpa. Il pericarpo ha cinque carpelli disposti a forma di stella ed ogni carpello contiene da uno a tre semi.

Coltivazione –
Il melo è una delle piante da frutto più coltivate al mondo. In Italia la produzione è concentrata nel settentrione: l’80% del raccolto nazionale, infatti, proviene da tre regioni del Nord: Trentino-Alto Adige (46%), Emilia-Romagna (17%) e Veneto (14%). Altre aree di una certa importanza sono Piemonte, Lombardia e Campania. Le forme di allevamento prevalenti sono la palmetta e il fusetto con sesti di impianto che partono da un minimo di 3 m per 1 m e 5 m per 4 m, rispettivamente; la densità d’impianto varia da 500 fino a 3000 piante/ha. Per quanto riguarda la tecnica di coltivazione si può consultare la seguente scheda.

Usi e Tradizioni –
Le origini del melo sono talmente antiche che si perdono, come detto, nella notte dei tempi e le informazioni sulla differenziazione e sulla diffusione, sono spesso sfocati. Le prime tracce di frutti di melo utilizzati dall’uomo si sono riscontrate in Europa negli insediamenti del Neolitico, nell’area della Germania e dell’Italia Settentrionale. Centri primari di origine delle prime specie, si possono collocare nell’altopiano dell’India e del Pakistan, nell’Asia Centrale Sovietica e nell’Asia Minore. Recenti studi invece ricollocherebbero l’origine del melo al Kazakistan, attorno alla cui capitale Alma Ata, che significa appunto “Padre delle mele”. Questa pianta sarebbe arrivata lungo il Mediterraneo e la Via della Seta, in particolare per i semi che, attraverso le deiezioni e i residui dei pasti, i carovanieri abbandonavano nel lunghissimo percorso.
Al melo sono da sempre associati simbolismi e leggende. La maggior parte è legata al simbolismo che ha la mela nell’amore e una delle storie più famose in questo senso è sicuramente quella legata al Simposio di Platone. Qui Aristofane spiega in cosa consiste l’amore: all’inizio ciascuno costituiva un intero non esisteva la distinzione uomo-donna, l’individuo era perfetto, era felice e bastava a sé stesso, con quattro gambe, quattro braccia e due volti, quindi riusciva ad avere una panoramica visiva a 360 gradi. Un giorno Zeus, che era geloso di questa perfezione, tagliò a metà la mela perfetta e così dall’androgino derivarono maschi e femmine. Da quel giorno l’uomo iniziò a cercare disperatamente la sua metà, perché senza di lei egli si sentiva incompleto e infelice.
La mela entra nella guerra di Troia. Secondo la mitologia greca, fu proprio grazie alla mela della discordia. Eris, dea della discordia, furiosa per l’esclusione dal banchetto nuziale di Peleo e Teti, per vendicarsi dell’affronto portò agli invitati una mela d’oro, dichiarando che era destinata “alla più bella” fra le divine convitate. Le tre dee che la pretesero furono Era, Atena e Afrodite. Giove, per togliersi dall’ingrato compito, stabilì che questa decisione spettasse all’uomo più bello, cioè Paride principe di Troia. Ogni dea allora promise al giovane una ricompensa in cambio della mela: Atena, gli avrebbe donato la sapienza e l’intelligenza, Era lo avrebbe reso ricco, potente e glorioso e Afrodite gli offrì l’amore, concedendogli in sposa la donna più bella, Elena. Paride favorì quest’ultima scatenando l’ira delle altre due. La dea dell’amore aiutò quindi Paride a rapire Elena, moglie del re di Sparta Menelao, ponendo le basi per la guerra di Troia.
Troviamo la mela nei racconti di Esopo o dei Fratelli Grimm, dove in Biancaneve e i sette nani la mela corrisponde ad un rito iniziatico, che porta solo simbolicamente alla morte della protagonista, che conduce alla rinascita e permette di sconfiggere la strega cattiva. Uno dei simbolismi più forti è sicuramente quello legato alla religione e alla tradizione cristiana, che individua la mela come un frutto proibito, Eva che tentata dal serpente coglie il frutto del peccato. A conferma anche l’assonanza con in termine latino malum, che significa mela ma anche sofferenza, punizione, castigo e interpreta la condizione umana dopo la cacciata dal Paradiso Terrestre.
Troviamo la mela anche nelle tradizioni celtiche, il pomo è un frutto di scienza, di magia e di rivelazione ed è anche un nutrimento meraviglioso. Nella mitologia scandinava invece questo alimento rappresenta l’eterna giovinezza, in linea con i racconti medievali che indicano le mele fatate come simbolo dell’immortalità e quelli romani per i quali questo frutto simboleggia il dominio universale.
Le mele sono dei frutti ricchi di vitamine e sostanze nutritive. Oltre all’acido folico, le vitamine di cui le mele sono ricche sono: la vitamina B1, la riboflavina (vitamina B2); la niacina (vitamina B3), la vitamina A e la vitamina C. I sali minerali contenuti nelle mele sono invece il sodio, il potassio, il ferro, il calcio, il fosforo e lo zinco. Il detto popolare vuole che una mela al giorno tolga il medico di torno. Che sia vero o meno, le mele sono dei frutti gustosi con molte proprietà. Le mele fanno parte della dieta di molti popoli ed utilizzate in svariati modi.
Dai fiori del melo si può ricavare del miele ma essendo i fiori poco appetiti dalle api, la produzione si concentra quasi esclusivamente nelle zone di estesa coltivazione come l’Emilia-Romagna e il Trentino-Alto Adige.

Modalità di Preparazione –
Il consumo delle mele nel mondo è prevalentemente come frutta fresca. Ma le mele vengono soggette anche a svariate lavorazioni nell’industria agroalimentare per la produzioni di succhi di frutta, sciroppi, marmellate, gelati, confetture, ecc. inoltre le mele entrano in numerose ricette per la preparazione di torte, crostate e possono essere mangiate, oltre che allo stato fresco, a forno, bollite ed in altri svariati modi.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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