Un Mondo Ecosostenibile
ColtivazioniGuide Pratiche

Come coltivare il ciliegio in maniera biologica

Come coltivare il ciliegio in maniera biologica

La coltivazione del ciliegio (Prunus avium (L.) L., 1755) presuppone l’attenta scelta dell’area climatica e della natura dei suoli. È una pianta che tollera il freddo e ne ha bisogno durante l’inverno ma non gradisce umidità, le gelate tardive primaverili (che compromettono la fioritura) e le piogge (nonché la grandine) prima del periodo della raccolta che possono provocare la spaccatura dei frutti. Il ciliegio è pertanto più adatto agli ambienti collinari dove queste condizioni climatiche risultano più idonee. La piantagione del ciliegio è possibile sia nel periodo autunnale che alla fine dell’inverno, da febbraio ad aprile (cosa più consigliata). Il sesto consigliato va da un minimo di 6 x 6 ad un 7 x 7 metri. Si tratta di una pianta molto longeva e che può raggiungere dimensioni ragguardevoli.

Per l’impianto si può partire da una pianta a radice nuda o in pane di terra. Quella col pane di terra ha i minori rischi di attecchimento e, soprattutto per i meno esperti comporta un lavoro più semplice. Attenzione alla scelta del portainnesto (che dovrà essere idoneo al tipo di suolo). La pianta va posta in una buca di 70 x 70 x 70 cm. Sul fondo si dovrà apportare un buon quantitativo di letame maturo o di compost (8- 10 Kg), un ulteriore strato di terreno fino a permettere al colletto della pianta di raggiungere lo stesso livello del suolo. Il ciliegio va preliminarmente assicurato, per i primi anni di vita, ad un tutore che dovrà essere posto nella buca.
I terreni su cui impiantare devono essere sciolti e freschi, ben drenati. L’irrigazione della pianta è importante nei primi anni di vita, poi bisognerà assicurare l’apporto idrico nella fase precedente alla maturazione dei frutti e nel post-raccolta.
Per la tecnica della potatura si consiglia di seguire la tendenza naturale della pianta operando leggerissimi sfoltimenti solo per i rami secchi (potatura secca da effetuare in autunno) ed operare un po’ di arieggiamento prima della ripresa vegetativa e dopo la raccolta e comunque questa tecnica va fatta dopo il primo anno di vita. Importante è che gli attrezzi siano perfettamente disinfettati perché è proprio dai tagli che si generano malattie che portano alle gommosi ed ai cancri rameali.
Per la raccolta, considerando che il ciliegio entra in produzione gradualmente dopo 3-5 anni (anche in funzione delle varietà) bisogna effettuarla quando le drupe hanno raggiunto la maturazione ma non eccessiva, altrimenti la conservabilità e trasportabilità diminuisce drasticamente.
Anche se il ciliegio è una pianta molto rustica alcune malattie possono interessarlo soprattutto se non avete rispettato l’areale idoneo ed il tipo di terreno.
Tra gli attacchi fungini la monilia è quella che può dare maggiori preoccupazioni in presenza di forte umidità, associata a nebbia e pioggia. Se avete rispettato le potature di arieggiamento (e la bruciatura delle parti vegetali) e le altre condizioni non dovrebbe creare particolari problemi; se si presenta i trattamenti con zolfo possono avere un buon effetto. Tra gli insetti, cocciniglie ed afidi (soprattutto Myzus cerasi) possono dare dei problemi soprattutto in annate umide e con nebbie primaverili. Contro questi sono ottimi i trattamenti con Olio di Neem e sapone di Marsiglia.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *