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Dossier Glifosato

Dossier Glifosato

Cos’è il Glifosato?

Il glifosato, o glifosate, in inglese glyphosate (N-(fosfonometil)glicina, C3H8NO5P), è un analogo aminofosforico della glicina, inibitore dell’enzima 3-fosfoshikimato 1-carbossiviniltransferasi (EPSP sintasi), noto come erbicida totale (non selettivo). Il composto chimico è divenuto di libera produzione nel 2001, anno in cui è scaduto il relativo brevetto di produzione, fino ad allora appartenuto alla Monsanto Company.

Meccanismo di azione –

Il glifosato è un diserbante sistemico di post-emergenza non selettivo (fitotossico per tutte le piante). A differenza di altri prodotti, viene assorbito per via fogliare (prodotto sistemico), ma successivamente traslocato in ogni altra posizione della pianta per via prevalentemente floematica. Questo gli conferisce la caratteristica di fondamentale importanza di essere in grado di devitalizzare anche gli organi di conservazione ipogea delle erbe infestanti, come rizomi, fittoni carnosi ecc., che in nessun altro modo potrebbero essere devitalizzati.
L’assorbimento del prodotto avviene in 5-6 ore, e il disseccamento della vegetazione è visibile in genere dopo 10-12 giorni. Il glifosato è un forte chelante, il che significa che immobilizza i micronutrienti critici, rendendoli indisponibili per la pianta. Ne deriva che l’efficienza nutrizionale genetica delle piante ne viene profondamente compromessa.
Il glifosato è uno degli erbicidi più diffusi in campo agricolo, principio attivo del prodotto commerciale Roundup, di cui la multinazionale Monsanto ha detenuto il brevetto di produzione fino al 2001. Normalmente viene associato alle colture, come la soia, modificate geneticamente per resistere a dosi copiose dell’erbicida. Ad oggi, risulta essere il diserbante più utilizzato al mondo in agricoltura.
La ricerca sul glifosato in agricoltura inizia negli anni Cinquanta, ma la sua commercializzazione attraverso il prodotto Roundup da parte della Monsanto è partita nel 1974 negli Stati Uniti. Il Roundup veniva usato come strumento per liberare dalle erbacce i campi coltivabili. In seguito, questo diserbante ha iniziato a fare coppia fissa con sementi modificate geneticamente (ogm) per resistere all’erbicida. Il governo americano in due decenni l’ha irrorato su 1,6 milioni di ettari di piantagioni di papaveri in Colombia (un’area grande come tutta la Calabria) per contrastare la produzione di cocaina.

Il Glifosato nel mondo –

Oggi il glifosato è commercializzato in tutto il mondo e il brevetto è scaduto quasi ovunque, Italia compresa dove è uno dei prodotti fitosanitari più venduti. In Europa sono 14 le aziende che lo producono. Si usa in agricoltura, ma anche per la cura dei giardini, degli spazi verdi e vicino alle ferrovie per tenere puliti i binari. Il mensile di informazione consumerista Test-Salvagente ha effettuato le prime analisi nel nostro Paese su 100 alimenti a base di cereali (e sull’acqua potabile), scoprendo tracce di glifosato nella pasta e in altri prodotti. La rivista ne parla come di “una roulette russa che difficilmente può assicurare aziende e consumatori”. La stessa cosa vale per l’acqua. Un recente rapporto dell’Ispra ha evidenziato che in Lombardia e in Toscana, le uniche due regioni dove si effettuano le rilevazioni, il glifosato è presente nelle acque superficiali in modo molto esteso. Anzi, rappresenta il motivo principale del superamento dei limiti in queste regioni.
La relazione dell’Agenzia per la ricerca sul cancro (la Iarc), pubblicata sulla rivista The Lancet Oncology, ha preso in esame cinque sostanze chimiche usate in agricoltura: malathion e diazinon, insetticidi dichiarati probabili cancerogeni per l’uomo; parathion e tetrachlorvinphos, riconosciuti come possibili cancerogeni umani, vietati nell’Unione europea ma ancora in uso negli Stati Uniti; glifosato, l’erbicida più popolare al mondo. Da qui il riscontro di una correlazione epidemiologica tra l’esposizione a quest’ultimo e il linfoma di non-Hodgkin. Con “prove convincenti che possa causare il cancro negli animali da laboratorio”. Conclusione diversa da quella dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (la Efsa) secondo cui è “improbabile che il glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per l’uomo e propone nuovi livelli di sicurezza che renderanno più severo il controllo dei residui negli alimenti”. Il rapporto dell’Efsa, però, è stato accusato di essere sostanzialmente basato su un precedente studio tedesco finanziato dalle aziende produttrici di diserbanti.
Il fotografo argentino Pablo Ernesto Piovano attraverso un servizio fotografico del 2014 hanno evidenziato una catastrofe, senza appello, dell’accoppiata ogm-glifosato, ovvero la coltivazione di soia geneticamente modificata abbinata all’utilizzo del diserbante (al quale la soia resiste) che lo contiene.
Il dramma argentino ha avuto inizio nel 1996 quando il governo ha deciso di approvare la coltivazione e la commercializzazione di soia transgenica e l’uso del composto chimico senza condurre alcuna indagine interna, ma basando la sua decisione solo sulle ricerche pubblicate dalla Monsanto. Da allora, la terra coltivata a ogm è arrivata a coprire il 60 per cento del totale e solo nel 2012 sono stati spruzzati 370 milioni di litri di pesticidi tossici su 21 milioni di ettari di terreno, secondo il settimanale tedesco Die Zeit.
In Italia l’utilizzo di erbicidi è davvero alto, anche se all’orizzonte la coscienza di una nuova classe di agronomi, agricoltori e cittadini comuni sta contribuendo a modificare sostanzialmente anche le modalità di produzioni verso un’agricoltura che tenga conto degli equilibri ecologici e sociali, oltre che della salute pubblica.
C’è però tanta strada da fare soprattutto nei riguardi di una corretta informazione e di una classe politica quasi totalmente non pervenuta.

L’autorizzazione del Glifosato in Europa –

Dopo silenzi, relazioni sconcertanti, studi dubbi ed analisi fuorvianti l,Ue estende l’autorizzazione al 31 dicembre 2017. Tutto questo mentre il commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitas ha confermato che “verrà estesa” l’autorizzazione Ue al glifosato, il discusso erbicida più utilizzato al mondo. “Noi seguiamo gli obblighi giuridici – ha spiegato in conferenza finale del Consiglio dei ministri dell’agricoltura Ue a Lussemburgo – e dobbiamo rispettare la scadenza del 30 giugno, quando si adotterà l’estensione all’autorizzazione del glifosato”.
Andriukaitas non ha nascosto “di essere sorpreso della reazione degli Stati membri, soprattutto – ha sottolineato – del loro silenzio”. I partner Ue infatti, nonostante due successive riunioni, non sono riusciti a pronunciarsi – in favore o contro – sul dossier del glifosato. Fonti della Commissione europea intanto, confermano che all’interno dell’Esecutivo “una procedura scritta è stata lanciata sulla decisione di estendere l’attuale autorizzazione del glifosato al 31 dicembre 2017, in attesa del parere dell’Agenzia europea per la chimica, l’Echa”.

La tossicità del Glifosato sull’uomo –

Cosa provoca tale sostanza in chi ne viene esposto (N.B. tracce di glifosato sono state trovate anche nel sangue di persone che non sono mai venute a contatto diretto con l’erbicida).
• neoplasie: linfoma non-Hodgkin, tumori della prostata (malathion) e del polmone (diazinon), della della tiroide, della mammella estrogeno-dipendenti, del testicolo e mielomi;
• obesità: causata dalla deplezione di serotonina;
• morbo di Alzheimer: la deplezione di fenilalanina provoca deficit di tirosina e quindi di dopamina;
• ingravescente infertilità maschile: causata dalla mancanza di zolfo, per il suo ruolo nella sintesi del colesterolo precursore del testosterone e dalla contemporanea carenza di zinco;
• malattie autoimmuni, degenerative, diabete, malattie dismetaboliche, cardiovascolari, degenerative, patologie psichiatriche come l’autismo, celiachia e intolleranze alimentari: studi dimostrano che alimentando polli con cibi che contengono glifosato avviene una selezione della flora batterica per cui scompaiono molti lattobacilli e compare il Clostridium Difficilis. Le malattie intestinali, la disbiosi intestinale, ossia alterazione della flora batterica è all’origine di moltissime malattie.
Glifosato, rischi per i bambini –
• difetti alla nascita;
• aumento dei casi di leucemie infantili;
Non si sa quali meccanismi epigenetici saranno innescati e come si manifesteranno nelle generazioni future ma in una ricerca negli USA su madri che allattano nel 30% dei casi si trova glifosate nel latte materno a concentrazioni anche cento volte più elevate di quelle ammesse nell’acqua per ritenerla potabile.

Quali sono le conseguenze del glifosato sull’ambiente? –

• molti microrganismi e micronutrienti (il ferro, il manganese e lo zinco) essenziali per il terreno sono scomparsi;
• inquinamento ambientale (soprattutto delle acque): permane nelle acque superficiali (laghi e fiumi) e sotterranee (acque di falda) oppure si evolve nel suo principale metabolita (Ampa) di cui si sa ancora poco;
• riduzione della biodiversità;
• scomparsa delle api e degli altri insetti impollinatori;
• formazione spontanea di piante infestanti erbicida-tolleranti;
• destrutturazione dei suoli con conseguente perdita di suolo, frane, dissesti su scala mondiale.

Non c’è dubbio che la questione del glifosato (e di gran parte dei prodotti di sintesi usati in agricoltura), se mai ce ne fosse stato bisogno, deve fare riflettere l’intera opinione mondiale e molti tecnici, scienziati e politici “distratti” quanto sia illogico, sia da un punto di vista scientifico che da un punto di vista umanistico, l’alterazione delle leggi dell’ecosistema per fini che non hanno, e non possono avere, alcuna giustificazione.

Siamo di fronte ad una svolta decisiva ed inderogabile per l’Umanità: o percorriamo le vie della Natura o sarà la Natura a chiuderci ogni strada futura.

Guido Bissanti




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