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Lavandula × intermedia

Lavandula × intermedia

Il lavandino (Lavandula × intermedia Emeric ex Loisel.) è una specie arbustiva aromatica, ibrido tra L. angustifolia × L. latifolia, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Lamiales,
Famiglia Lamiaceae,
Genere Lavandula,
Specie Lavandula × intermedia.
È sinonimo il termine:
Lavandula hybrida Rev..

Etimologia –
Il termine Lavandula è il diminutivo di lavanda (da lavo lavare).
L’epiteto specifico intermedia viene da intermedio, a metà fra due estremi, in riferimento alle caratteristiche delle due specie di provenienza.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Lavandula × intermedia è una specie ibrida tra le due specie Lavandula angustifolia e Lavandula latifolia e quindi come queste specie diffusa nel bacino del Mediterraneo (anche nell’areale della Macaronesia), nell’Africa del Nord e nell’Asia dalla Penisola Arabica fino all’India.
L’habitat è quello tipico da temperato a subtropicale.

Descrizione –
La Lavandula x intermedia è un arbusto sempreverde che cresce fino a 1,2 m per 1 m, con accrescimento lento.
Le foglie lungo il caule sono disposte in modo opposto; spesso si trovano fascicolate alla base della pianta. Le foglie sono colorate di verde cinereo. La lamina può essere intera lineare, lanceolata o pennatifida/pennatosetta.
Le infiorescenze sono terminali con i fiori raggruppati in sottili spighe tirsoidi alla fine di lunghi scapi. Nell’infiorescenza sono presenti delle brattee persistenti a volte anche colorate e disposte in modo opposto o a spirale; mentre le bratteole sono minute o assenti. Il numero dei fiori disposti a verticilli varia da 2 a 10 oppure uno solo ma in questo caso senza bratteole.
I fiori sono ermafroditi, zigomorfi, tetrameri (4-ciclici), ossia con quattro verticilli (calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (5-meri: la corolla e il calice sono a 5 parti).
L’antesi è tra luglio e settembre, e i semi maturano da agosto a ottobre.
Il frutto è uno schizocarpo composto da 4 nucule glabre e lisce. Le nucule sono provviste di areole ed hanno delle varie forme, dimensioni e colori. La deiscenza è basale o laterale.

Coltivazione –
Il lavandino è una pianta che va coltivata similmente alle altre specie di Lavanda.
La propagazione, ovviamente, non è per seme (in quanto è un ibrido) ma per riprodurre lo stesso ibrido bisogna procedere per talee.
Le talee devono essere semilegnose, lunghe 7 – 10 cm e poste a radicare in ombraio tra luglio e agosto.
Di solito un’alta percentuale radicherà entro poche settimane.
Si tratta di una pianta rustica, che cresce spontaneamente. È resistente sia al caldo che al freddo, sebbene patisca il gelo (cresce fino ai 600 m s.l.m. e tollera poco il freddo dell’inverno). Al sole sarà più rigogliosa, come si può vedere dai meravigliosi campi di lavanda del Sud della Francia.
Il presupposto più importante per coltivare la lavanda in giardino è dunque quello di individuare una zona adatta, sufficientemente soleggiata, ventilata, non umida, lontana da altre piante che potrebbero limitarne lo sviluppo.
Le innaffiature devono essere regolari, ma mai abbondanti. Innaffiare solo se il terreno è asciutto da qualche giorno. Non ha infatti bisogno di molta acqua e anzi teme i ristagni che portano a marcescenza delle radici.
Per crescere rigogliosa ha bisogno di molta luce e poca acqua e di un terreno ben drenato che eviti la formazione di pericolosi ristagni per la salute della pianta.
Durante la stagione vegetativa, tra marzo e maggio, si può concimare il terreno per favorire lo sviluppo delle parti aeree della pianta e ottenere fioriture ancora più abbondanti.
Quando si coltiva per ottenere il massimo contenuto di olio essenziale, la pianta deve essere posta una posizione molto calda e soleggiata ed avrà rese maggiori in terreni sabbiosi leggeri; la fragranza è particolarmente pronunciata nei terreni gessosi.

Usi e Tradizioni –
La Lavandula × intermedia è una pianta aromatica coltivata industrialmente per la produzione di olii essenziali.
L’olio essenziale che si ottiene dai fiori è squisitamente profumato e ha una gamma molto ampia di applicazioni, sia in casa che in commercio. È comunemente usato nella produzione di sapone, nella produzione di profumi di alta qualità (è anche usato in “Eau de Cologne”), è anche usato come detersivo e agente pulente, aromatizzante alimentare, ecc.
Quando si coltiva la pianta per il suo contenuto di olio essenziale, è meglio raccogliere gli steli fioriti non appena i fiori sono appassiti. Le foglie ei fiori aromatici sono usati nei pot-pourri e come repellente per insetti o per salvaguardare la biancheria negli armadi.
Si dice anche che respinga i topi.
La lavanda, inoltre, è un rimedio erboristico usato comunemente.
L’olio essenziale ottenuto dai fiori è antialitosi, antisettico, antispasmodico, aromatico, carminativo, colagogo, diuretico, nervino, sedativo, stimolante, stomachico e tonico.
Non è usato spesso internamente, sebbene sia un utile carminativo e nervino. Viene utilizzato principalmente per uso esterno dove è un ottimo ricostituente e tonico – se strofinato sulle tempie, ad esempio, può curare un mal di testa nervoso, ed è una deliziosa aggiunta all’acqua del bagno. Le sue proprietà antisettiche lo rendono anche utile nel trattamento di ustioni, scottature solari, scottature, morsi, perdite vaginali, ragadi anali ecc, dove lenisce anche la parte del corpo interessata e può prevenire la formazione di tessuto cicatriziale permanente.
L’olio essenziale viene utilizzato in aromaterapia.
La Lavandula × intermedia, come altre piante della stessa specie può essere usata come condimento in insalate, zuppe, stufati ecc..

Modalità di Preparazione –
La Lavandula × intermedia trova impiego sia per uso medicinale, che per la produzione di oli essenziali a livello industriale che per alcuni impieghi alimentari. Da un sapore molto aromatico ma è troppo forte per cui va impiegata in piccole quantità.
I fiori freschi o secchi sono usati come tè. I fiori freschi vengono anche cristallizzati o aggiunti a marmellate, gelati, aceti ecc. come aroma. Un olio essenziale dei fiori viene utilizzato come aroma alimentare.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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