Un Mondo Ecosostenibile
ErbaceeSpecie Vegetali

Drosera peltata

Drosera peltata

La Drosera peltata (Drosera peltata Thunb., 1794) è una specie erbacea carnivora appartenente alla famiglia delle Droseraceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Caryophyllales,
Famiglia Droseraceae,
Genere Drosera,
Specie D. anglica.
Sono sinonimi i termini:
– Drosera foliosa Planch.;
– Drosera gracilis Hook. F. ex Planch.;
– Drosera lobbiana Turcz.;
– Drosera lunata Buch.-Ham. ex DC.;
– Drosera muscipula Royle;
– Drosera nipponica Masam.;
– Drosera peltata subsp. gracilis (Hook.f. ex Planch.) Hort.Westphal;
– Drosera peltata var. foliosa ( Planch. ) Benth.;
– Drosera peltata var. genuina Planch.;
– Drosera peltata var. glabrata Y.Z.Ruan;
– Drosera peltata var. gracilis (Hook.f. ex Planch.) Benth.;
– Drosera peltata var. gunniana Planch.;
– Drosera peltata var. lunata (Buch.-Ham. ex DC.) CB Clarke;
– Drosera peltata var. multisepala Y.Z. Ruan;
– Drosera peltata var. nipponica (Masam.) Ohwi;
– Drosera peltata var. typica C.B.Clarke.
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti sottospecie:
– D. peltata subsp. auriculata ( Backh. ex Planch. ) BJConn;
– D. peltata subsp. peltata.

Etimologia –
Il termine Drosera proviene dal greco δροσερός droserós rugiadoso, che presenta delle goccioline.
L’epiteto specifico peltata proviene da pélta, scudo leggero a forma di mezzaluna ch deriva dal greco πέλτη pélte piccolo scudo: per la presenza di organi aventi l’aspetto di un piccolo scudo.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Drosera peltata è la drosera con la maggiore diffusione, con un areale piuttosto ampio che comprende l’Australia meridionale, orientale e sud-occidentale, la Tasmania, il Northland della Nuova Zelanda, il Sud-est asiatico e l’India.
Il suo habitat è quelle delle aree in cui l’estate è caratterizzata da forte siccità e va in estivazione sotto forma di tubero sotterraneo. Inoltre cresce in ambienti poveri di nutrienti su suoli sabbiosi e nelle torbiere, completamente asciutti in estate e saturi di acqua in inverno.

Descrizione –
La Drosera peltata, a differenza di altre Drosere ha un portamento eretto che raggiunge mediamente i 20 – 50 cm di altezza.
Per far fronte alla siccità dei mesi estivi , la pianta entra in una sorta di riposo, annerendo e perdendo la parte aerea chiudendosi in tuberi sotterranei.
Durante le prime piogge autunnali, i tuberi daranno vita a nuove piante che in primavera fioriranno copiosamente con fiori dal profumo molto delicato e dal colore rosa.
Presenta delle foglie sulla cui superficie sono presenti delle ghiandole che secernono una sostanza collosa ricca di enzimi per catturare e digerire piccoli insetti.
Il tubero sotterraneo si trova generalmente a 4 – 6 cm sotto la superficie del suolo, e le sue parti aeree posseggono ampia differenziazione in diverse forme.
Il fusto aereo è semplice o leggermente ramificato. Anche il colore delle piante è molto variabile.

Coltivazione –
La Drosera peltata è, all’interno del suo genere, una delle più facili da coltivare, una caratteristica che viene attribuita alla sua capacità di adattamento per necessità di acqua e temperatura.
Richiede tipicamente inverni umidi e freddi, che è la loro stagione di crescita attiva, ed estati più calde, quasi asciutte; inoltre può resistere a estati più umide.

Usi e Tradizioni –
La Drosera peltata fu descritta per la prima volta da Carl Peter Thunberg nel 1797. A causa della sua vasta gamma e del suo portamento vario, D. peltata ha accumulato una serie di sinonimi e taxa infraspecifici, comprese varietà e sottospecie. La maggior parte delle sottospecie sono state ridotte a sinonimi, ma i due taxa ancora considerati validi sono D. peltata subsp. peltata e D. peltata subsp. auriculata , originariamente chiamato da James Backhousee formalmente descritta da Jules Émile Planchon nel 1848 come D. auriculata e successivamente ridotta a sottospecie di D. peltata da Barry John Conn nel 1981. La sottospecie auriculata è ancora considerata una specie valida e separata da alcuni autori.
La drosera contiene principi attivi con proprietà antispastiche sulla muscolatura liscia dei bronchi, disinfettanti e antinfiammatorie.
A questa pianta, come ad altre specie di questo genere, sono attribuite proprietà antinfiammatorie, antisettiche, bronco-spasmolitiche e secretolitiche. Tali attività sono imputabili ai naftochinoni contenuti all’interno della stessa pianta. In particolar modo, l’attività antimicrobica pare sia esercitata soprattutto dal naftochinone plumbagina.
Da studi condotti in vitro, inoltre, è emerso che la plumbagina è anche in grado di esercitare un’attività antiflogistica attraverso un meccanismo d’azione che prevede l’inibizione della sintesi di prostaglandine pro-infiammatorie.
Nella medicina popolare, la drosera viene impiegata come rimedio contro le verruche, oltre ad essere utilizzata all’interno di preparazioni impiegate per il trattamento di asma, tossi spasmodiche e tubercolosi.
La drosera viene sfruttata anche in ambito omeopatico, dove la si può trovare sotto forma di granuli, tintura madre e gocce orali.
La medicina omeopatica utilizza questa pianta in caso di affezioni dell’apparato respiratorio (come tosse spasmodica, bronchiti, tracheiti, laringiti e pertosse), reumatismi, artriti, dolori osteoarticolari, disturbi ansiosi, depressione, dissenteria e affezioni del sistema linfatico.
La quantità di rimedio omeopatico da assumersi può variare da individuo a individuo, anche in funzione del tipo di disturbo che si necessita trattare e in funzione della tipologia di preparazione e di diluizione omeopatica che s’intende impiegare.
Da precisare che le applicazioni della drosera per il trattamento dei suddetti disturbi non sono né approvate, né supportate dalle opportune verifiche sperimentali, oppure non le hanno superate. Per questo motivo, potrebbero essere prive di efficacia terapeutica o risultare addirittura dannose per la salute.
Tra le controindicazioni bisogna evitare l’assunzione in caso di gastrite, ulcera peptica, enterocoliti od ipersensibilità accertata verso uno o più componenti.

Modalità di Preparazione –
Le parti utilizzate della drosera sono tutte le parti aeree che vengono raccolte d’estate. La drosera si usa fresca o essiccata in un luogo ventilato, caldo e buio. Con la drosera si può fare un infuso utilizzato per la tosse e le infiammazioni in genere dell’apparato respiratorio, dimostrando anche una leggera proprietà antibiotica.
Per preparare l’infuso di drosera bisogna unire 250 ml di acqua bollente con un cucchiaino di pianta, lasciando riposare per 10 minuti. Si filtra e si consuma fino a 4 tazze al giorno. In commercio esistono diversi rimedi contro la tosse che contengono estratti o tinture di drosera, associati anche ad altri estratti vegetali che hanno una azione mucolitica.
La drosera non viene utilizzata in cucina a causa del suo sapore acido e amaro.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *