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Come si coltiva il Noni

Come si coltiva il Noni

Il noni o gelso indiano (Morinda citrifolia L.) è una pianta della famiglia delle Rubiaceae.
Il noni è una pianta che viene coltivata in tutto il mondo in un’ampia varietà di ecosistemi tropicali e temperato-caldi, con temperature media annue comprese tra i 20 °C e i 35 °C, e climi aridi o umidi, con oscillazione delle precipitazioni atmosferiche comprese tra 250 e 4000 mm annui.
Inoltre si adatta ad un’ampia gamma di condizioni pedologiche potendo crescere su tutti i tipi di suoli: acidi, neutri o alcalini, con una buona capacità di tollerare anche suoli salmastri, cosa che lo fa ritrovare anche in prossimità di terreni prossimi ai litorali marini.
Può crescere sia con esposizioni soleggiate che in ombra.

Propagazione –
Il Noni può essere propagato sia per seme che per talea.
Se la pianta viene moltiplicata partendo da semi, si ha lo svantaggio che questi impiegano 6-12 mesi o più per germogliare mentre le talee possono radicare entro 2 mesi dalla semina. Si ricorda che i semi di Noni galleggiano e sono idrofobici grazie alla camera d’aria e al rivestimento resistente all’acqua. Il seme è spesso e duro e ha un rivestimento simile al cellophane.
Il galleggiamento del seme è dovuto alla presenza di una bolla marrone chiaro verso l’estremità arrotondata, questa è la camera d’aria che gli conferisce le sue qualità di galleggiamento.
Il frutto di Noni può contenere centinaia di semi. nella tecnica di semina gli agricoltori delle aree di coltivazione fanno a pezzi il frutto maturo e separeranno con cura i semi dalla polpa del frutto. Anche se i semi possano essere piantati subito dopo che sono stati estratti dal frutto, la maggior parte dei coltivatori li immerge in acqua fino a quando non germinano prima di piantarli.
Per poter germinare e crescere questa pianta ha bisogno di un ambiente caldo e umido ed, inoltre, può volerci fino a un anno prima che un seme germogli; periodo che diminuisce con l’aumentare della temperatura.
I semi di Noni possono resistere a temperature fino a 38 gradi centigradi ed a volte ancora più alte. Nei vivai vengono utilizzate piastre per riscaldare il seme in vaso per creare un periodo di germinazione più breve.

Coltivazione –
I noni selvatici che crescono nelle foreste producono frutti sani senza il beneficio dei fertilizzanti, ma i coltivatori della Morinda citrifolia, per aumentare le rese produttive fanno uso di fertilizzanti.
La concimazione viene fatte con dosi piccole e frequenti con letame organici provenienti da sostanze organiche locali.
A tal fine vengono utilizzate anche le rocce laviche per promuovere la crescita in quanto le piante selvatiche si avvantaggiano dei suoli vulcanici.
In un ambiente agricolo il terreno in cui cresce il noni viene sterilizzato per dare alla pianta un suolo più netto di parassiti e patogeni.
Inoltre i Noni tendono a crescere meglio nell’area esposta quando sono protetti da un frangivento.
Per quanto riguarda gli apporti idrici, siccome la Morinda citrifolia può sopravvivere alla siccità ed abituata a condizioni aride calde, una volta che i frutti sono maturi, le piante devono essere annaffiate solo una o due volte alla settimana.
Le piante più vecchie vanno innaffiate anche meno frequentemente e ogni pianta dovrebbe ricevere circa 10 litri d’acqua ogni volta che viene annaffiata. L’irrigazione eccessiva può causare danni alle radici dovuti a marciume radicale o per opera di nematodi del nodo radicale.

Utilizzo del Noni –
Il noni viene impiegato da secoli per scopi alimentari anche se questo uso è sempre stato scoraggiato dall’odore sgradevole. Inoltre le foglie del noni vengono usate in India anche come alimento per gli animali domestici e per i bachi da seta.
La corteccia del Noni contiene un pigmento rosso e le radici contengono un pigmento giallo che vengono usati per la produzione di coloranti per tessuti e pellami.
Il legno è utilizzato, come il legno di altre specie arboree, per costruzioni, legna da ardere, sculture ecc.
Dai semi si ricava un olio repellente per gli insetti.




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