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Calendula

Calendula

La calendula o calendola o fiorrancio (Calendula officinalis L., 1753) è una pianta di cui si utilizzano capolini, sommità fiorite e foglie.

Origini e Storia –
La Calendula è una pianta ricca di storia a cui sono associate parecchie proprietà salutistiche.
Il suo nome scientifico e deriva dal latino Kalendae, calende, primo giorno del mese nel calendario romano, in riferimento alla fioritura mensile nel periodo estivo di questa meravigliosa pianta. Sia i latini che i greci erano soliti chiamarla Solsepium = seguace del sole proprio per il fatto che i fiori si aprono e si chiudono al sorgere e al calare del sole.
La Calendula è una pianta molto diffusa nelle regioni dell’Europa meridionale, in particolar modo lungo le coste del Mediterraneo ma anche in località collinari, nei prati e nei terreni incolti.
La Calendula è stata sin dai tempi più antichi venerata ed utilizzata proprio per le sue infinite proprietà e virtù e come si può ben immaginare molti antichi scrittori ne hanno decantato i numerosi privilegi.
Si tratta quindi di una pianta ricca di storia e simbologia ed è citata in moltissimi testi greci. Molti antichi scrittori, però, il più delle volte, la scambiavano con il chrysanthemum (crisantemo) chiamandola pianta dai fiori d’oro. Sia per i greci che per i latini, il fatto che i fiori si aprissero al mattino per richiudersi al tramonto, era considerato un simbolo di sottomissione e di dolore per la scomparsa del sole, questa credenza ha fatto si che la calendula sia stata associata nel corso dei secoli ai sentimenti di dolore, noia e pena.
L’associazione della calendula al sentimento del dolore compare ed è ben esplicitato anche nella mitologia greca, secondo la leggenda, infatti, la calendula nacque dalle lacrime della dea Afrodite (Venere per i latini) disperata per la morte del suo amante, Adone che era stato trafitto da un cinghiale mandatogli contro da Ares (Marte per latini), suo gelosissimo marito.
Questa leggenda ha, comunque, anche un’altra versione latina, decisamente più completa ma che non muta il significato della calendula. Si narra che, Adone figlio di Mirra e Tia, venne cresciuto da Venere (Afrodite) poiché la madre (Mirra) era stata trasformata, dagli Dei, in un albero, per punizione. Venere che vedeva il giovane crescere rimaneva sempre più incantata dalla sua bellezza, tanto da suscitare le ire del marito, Marte, il quale decise di mandare contro al giovane un cinghiale, affinché lo ferisse mortalmente.
Adone venne ferito, ma Venere per proteggerlo lo fece nascondere all’interno di una cassa e lo affidò alle cure di Proserpina, la regina degli Inferi. Proserpina, però, incuriosita dal contenuto della cassa, decise un giorno di aprirla e, alla vista di Adone, s’innamorò anch’essa del bel giovane. Qualche tempo dopo Venere chiese a Proserpina di restituirle la cassa, ma questa si rifiutò e Venere, irritata dal rifiuto, chiese aiuto a tutti gli Dei dell’Olimpo. Un giorno Zeus, stanco della disputa venutasi a creare tra le due Dee, decise che il giovane Adone dovesse trascorrere una parte dell’anno con Venere, tra i vivi, e l’altra con Proserpina, tra i morti. Nel momento del passaggio tra la morte e la vita, però, dalla ferita di Adone iniziò a fuoriuscire del sangue, che toccando il terreno fece crescere una pianta chiamata Adonis, mentre dalla lacrime versate da Venere, nel momento in cui il giovane tornava negli inferi, si generò una pianta di calendula che, come Adone, sarebbe stata destinata a periodi di vita alternati a periodi di morte. Per la credenza che la calendula fosse un simbolo di dispiacere, nell’antica Grecia, ogni raffigurazione di dolore veniva rappresentata con un giovane che portava con sé una corona di calendule.
Le leggende sulla Calendula sono però presenti anche nel continente americano.
Nonostante la distanza tra il continente europeo e quello americano, anche in America meridionale la calendula è da sempre stato considerato un simbolo di dolore, in particolare per i messicani è il fiore simbolo della morte, una leggenda narra che le calendule, portate dai conquistatori, si siano sviluppate e diffuse nel territorio messicano a causa del sangue versato dagli indigeni, vittime della corsa alla conquista dell’oro da parte dei bianchi.
Per gli inglesi le calendule rappresentano, invece, il sentimento della gelosia, secondo le credenza popolari esse sono delle zitelle che, non essendo mai state amate da nessuno, alla loro morte si trasformano in calendule gialle dalla rabbia.
In Germania viene chiamata kuhblume ed è tradizionalmente usata nel periodo della Pentecoste per adornare i bovini durante la Pfingst Procession.
Oltre che per i suoi vari significati e per le leggende che la circondano la Calenula era nota agli antichi anche per le sue proprietà terapeutiche, come ai giorni nostri estratti di calendula venivano adoperati come emollienti e per lenire i fastidi di infiammazioni e irritazioni. Ancora oggi la gran parte dei prodotti, in commercio, per la cura del corpo sono realizzati sfruttando le proprietà della calendula.
Nel medioevo si scoprì anche l’uso decorativo della calendula, essendo adeguatamente essiccata, infatti, è uno dei pochi fiori che non subisce nessuna degradazione di colore rimanendo di un giallo intenso per molti anni, è per questo che da allora ad oggi è uno dei fiori più usati per il pot pourri.

Descrizione –
La calendula è una specie erbacea annuale con una radice a fittone e numerose radichette laterali; il fusto, variamente ramificato, può talvolta raggiungere e 70-100 cm. Tutta la pianta è coperta da peli scabri e ghiandole. Le foglie sono alterne al fusto, il margine è dentato. I fiori, inseriti al termine dei rametti, sono riuniti in capolini, circondati da brattee coperte da peli ghiandolosi. I frutti sono degli acheni di forma variabile da arcuati ad alati a semplici, sono tutti rugosi o muniti di aculei.
La droga è rappresentata da capolini, sommità fiorite e foglie.

Principi attivi –
La Calendula è ricca di principi attivi, oli essenziali e Sali. Contiene una sostanza resinosa, la calendulina, un olio essenziale, saponine, gomma, materia colorante gialla, una essenza con tracce di sesquiterpeni, acido salicilico, mucillagine, vitamina C. Dalla pianta senza fiori si estrae una sostanza amara che è il calendene.
Nel dettaglio la composizione è la seguente: Olio etereo 0,02 %, sostanza amara di composizione chimica non definita (circa 19 %), sostanza colorante carotinoide (calendulina) circa 3 %, gomma 2,5 %, mucillaggine 1,5 %, resina 3,4 % , albumina 0,64 % acido malico 6,84 %, esteri colesterinici degli acidi grassi laurico, miristico, palmitico e margarico, vitamina C 0,133-0,310 % nei fiori secchi (2), una saponina (3), la cui sapogenina è stata identificata con il triterpenico acido oleanolico. Zimmermann ha isolato dai fiori due altri composti triterpenici: arnidiolo e faradiolo. I composti carotinoidi dei fiori, secondo Goodwin, sarebbero carotene, flavocromo, mutatocromo, aurocromo, flavo xantina, crisantemaxantina, xantofilla ed altri pigmenti non identificati.
Dalla pianta (senza fiori), come detto, è stata estratta una sostanza amara (calendene) di formula bruta C23H38O7.

Proprietà ed Usi –
Sin da tempi antichi alla calendula vengono ascritte proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti.
Si tratta di proprietà confermate da diversi studi, tanto che la pianta è largamente impiegata per il trattamento delle infiammazioni del cavo orofaringeo e per favorire la guarigione di ferite e bruciature.
L’attività antinfiammatoria è ascrivibile ai triterpeni (in particolare, al faradiolo e ai suoi derivati) contenuti nella pianta stessa.
L’attività cicatrizzante è, invece, esercitata dall’estratto di calendula attraverso un meccanismo d’azione che promuove la formazione di tessuto di granulazione e favorisce l’incremento della produzione di collagene e fibrina.
Inoltre, da alcuni studi condotti, la calendula ha dimostrato di possedere ulteriori attività terapeutiche.
Nel dettaglio, la pianta è anche dotata di proprietà coleretiche e antispasmodiche a livello del tubo digerente, antivirali, antibatteriche e perfino ipolipidemizzanti. Quest’ultima attività è imputabile ai saponosidi contenuti nella calendula, che hanno dimostrato di essere in grado di ridurre sia i livelli elevati di colesterolo, sia quelli di trigliceridi.
Nonostante i risultati ottenuti, le suddette applicazioni di questa pianta non sono state ufficialmente approvate.
Inoltre, come accennato, grazie alle proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti esercitate dagli esteri triterpenici contenuti all’interno della calendula e dei suoi estratti, questa pianta è largamente impiegata per contrastare infiammazioni cutanee, infiammazioni delle mucose del cavo orofaringeo e per favorire la guarigione e la cicatrizzazione di ferite, scottature e piccole ustioni.
Per il trattamento delle infiammazioni cutanee, delle ferite, delle scottature e delle ustioni, la calendula è utilizzata esternamente, generalmente, sotto forma di creme, unguenti o soluzioni per uso topico.
La calendula, inoltre, viene sfruttata dalla medicina omeopatica per il trattamento di affezioni cutanee come eczema ed acne, per favorire la guarigione di ferite e scottature, per il trattamento di gengiviti, ascessi, irritazioni oculari e come rimedio contro l’oligomenorrea, le micosi vaginali e per favorire la regolarità del flusso mestruale.
Generalmente, la calendula rimedio omeopatico la si può trovare sotto forma di granuli, gocce, tintura madre o pomate.
Per quanto riguarda gli effetti collaterali e le controindicazioni, normalmente la calendula è ben tollerata; tuttavia potrebbero verificarsi reazioni di sensibilizzazione in seguito a contatti frequenti della pianta o delle sue preparazioni con la pelle.
Inoltre, non sono rare le reazioni allergiche incrociate con altri generi della famiglia Compositae.
In ogni caso quindi bisogna evitare l’uso di calendula o di suoi preparati in caso d’ipersensibilità nota verso uno o più componenti.
Inoltre gli estratti idroalcolici di calendula aumentano il tempo di sonno da barbiturici.
Per quanto riguarda nello specifico l’olio di calendula, questo è un oleolito ottenuto dai fiori della pianta.
Quest’olio è largamente sfruttato in campo cosmetico ed erboristico, grazie alle numerose proprietà benefiche che è in grado di esercitare a livello della cute.
Possiede proprietà eudermiche, emollienti, lenitive e calmanti, ammorbidenti della cute, antinfiammatorie e cicatrizzanti.
Queste ultime proprietà sono state confermate da diversi studi condotti sulla calendula e sui suoi diversi tipi di estratti. In particolare, l’azione cicatrizzante e l’attività antinfiammatoria, come detto, sono imputate ai composti triterpenici e ai carotenoidi contenuti nella pianta.
L’olio di calendula – dicitura con la quale si vuole indicare l’oleolito ottenuto dalla medesima pianta – non deve essere confuso con l’olio essenziale di calendula, ottenuto mediante distillazione in corrente di vapore sia dai fiori che dalle parti erbacee della stessa pianta.
Per quanto riguarda l’uso alimentare, i fiori sono commestibili, essiccati e ridotti in farina, detta “Marigold”.

Preparazioni –
Per l’utilizzo della Calendula i fiori e le sommità fiorite si raccolgono preferibilmente in aprile-giugno e in settembre-novembre. I capolini si recidono con le unghie appena sotto la loro inserzione, le sommità fiorite si ottengono raccogliendo i rametti quando la maggior parte dei capolini è aperta. Le foglie si raccolgono da marzo a novembre, staccandole con le mani una per una.
Per la conservazione si ricorda che tutte le parti della pianta si essiccano lontane dal sole disponendole in strati sottili e rimuovendole spesso; si conservano al buio in recipienti di vetro o porcellana.
Con la calendula si possono ottenere vari preparati, sia in campo curativo che alimentare.
Si può preparare una tisana disintossicante: in questo caso bisogna versare un cucchiaino di fiori in una tazza da tè di acqua calda. Coprire e filtrare dopo 10 minuti. Berne, addolcendo con miele, tre tazze al giorno.
Si può ottenere un tonico per depurare la pelle: bisogna macerare 30 g di fiori in mezzo litro di acqua calda, coprire e filtrare dopo 20 minuti. Aggiungere il succo di un limone e usare mattina e sera. Oltre a svolgere un’azione tonica sui tessuti, il preparato pulisce i pori, liberandoli dai comedoni.
Interessante è la preparazione di un infuso contro l’acne ribelle: in una tazzina da caffè di acqua calda versare un cucchiaino di fiori e coprire; filtrare dopo 5 minuti. Berne una tazzina al mattino a digiuno e una alla sera prima di andare a dormire.
Con la Calendula si può ottenere un olio antirughe ed emolliente per i bimbi: macerare in 250 g di olio d’oliva 20 g di fiori di calendula per 10 giorni tenendo il flacone al buio. Filtrare con un piccolo telo e spremere molto bene. Questo olio è ottimo per lenire le irritazioni dei bimbi.
Interessante è l’aceto alla calendula.
Gli ingredienti sono: fiori di calendula ed aceto di vino.
Il procedimento è il seguente: mondate con cura i fiori di Calendula, quindi poneteli ad essiccare al sole per una decina di giorni. Trascorso questo tempo, disponeteli in un vaso a chiusura ermetica e versatevi sopra l’aceto. Chiudete il vaso e lasciate riposare il tutto per 40 giorni. Filtrate ed imbottigliate. Questo aceto, dal gusto particolarissimo, è ottimo per condire ogni genere di insalata.
Per la preparazione casalinga dell’Olio di Calendula, bisogna lasciare macerare i fiori secchi della pianta all’interno di un olio vegetale, per un tempo che può variare dalle due alle cinque settimane a seconda del metodo impiegato.
L’olio impiegato per la macerazione può essere un qualsiasi olio vegetale in grado di estrarre le sostanze attive contenute all’interno dei fiori di calendula. Tuttavia, quelli maggiormente utilizzati sono l’olio di oliva, l’olio di girasole e l’olio di mandorle dolci.
Per il procedimento si consiglia, all’interno di un recipiente di vetro, di miscelare 50 grammi di fiori secchi di calendula con 500 ml di olio extravergine di oliva (il rapporto droga/solvente dovrebbe essere di 1:10).
Una volta immersi tutti i fiori nell’olio, chiudere bene il recipiente e sistemarlo in un luogo caldo. I fiori vanno lasciati macerare per circa 30 giorni, avendo cura di mescolare il contenuto del recipiente ogni due giorni circa. Naturalmente, quest’operazione va eseguita capovolgendo più volte il recipiente, che deve rimanere ben chiuso e NON dev’essere aperto prima del termine del periodo di macerazione.
Al termine della fase di macerazione, la miscela deve essere filtrata mediante l’ausilio di una garza, in maniera tale da allontanare il residuo solido dalla fase liquida.
L’oleolito così ottenuto deve essere conservato in recipienti di vetro scuro, ben chiusi e al riparo dalla luce.

Guido Bissanti

Avvertenza: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.




Un pensiero su “Calendula

  • Io adoro le creme a base di calendula, le ho usate spesso per i miei figli quando erano piccoli al cambio pannolino e fortunatamente non hanno mai avuto grossi problemi di irritazione o altro. Da quando ho letto su guna che poteva essere un aiuto anche per alleviare i fastidi della dermatite atopica la sto usando anche io e se applicata subito devo dire che mi sta aiutando.

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