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Parco nazionale degli Écrins

Parco nazionale degli Écrins

Il Parco nazionale degli Écrins, il cui Codice WDPA è: 659, è un parco nazionale francese con una superficie di 91.800 ettari.
Il Parco nazionale degli Écrins è per estensione il quinto parco nazionale francese copre una grande parte del massiccio des Écrins. Dal 1990 il parco è insignito del diploma europeo delle aree protette.
Il territorio del parco è stato creato nel 1973 e si estende tra le città di Grenoble, Gap e Briançon. Geograficamente è delimitato dalle vallate della Romanche, della Guisane, della Durance e del Drac.
Il Parco Nazionale degli Écrins si trova nella zona sud-est della Francia, fra il dipartimento dell’Isère e quello delle Alte Alpi ,e copre una superficie montuosa le cui cime raggiungono quote fra gli 800 e i 4102 metri.
Il parco enumera così un centinaio di montagne più alte di 3.000 metri ed una quarantina di ghiacciai (i quali coprono circa 17.000 ettari).
All’interno di questo parco troviamo 740 km di sentieri numerati e segnati ed una trentina di rifugi alpini. Possiede numerose montagne la cui scalata è rimasta celebre; dalla Meije che raggiunge l’altezza di 3.983 m, sopra il villaggio di La Grave al monte Pelvoux (3.946 m, per lungo tempo considerato, a torto, il punto culmine del massiccio) e passando per la Barre des Écrins, culmine del parco a 4.101 m.
Quest’area della Francia è molto apprezzata dagli amanti della natura, in quanto ospita una flora e una fauna ricchissime: stelle alpine, cardi blu, artemisie, genziane, ecc.; e camosci, stambecchi, aquile reali, volpi, scoiattoli, marmotte. Con i suoi numerosi sentieri ben segnalati, il massiccio degli Écrins è una meta imprescindibile per gli escursionisti e gli appassionati di arrampicata. Quest’area, infatti, è considerata la seconda di tutta la Francia per importanza nel settore dell’alpinismo. Da non perdere, il centro di documentazione del parco (Maison du Parc), situato nel comprensorio di Charance, nelle vicinanze della città di Gap, nel dipartimento delle Alte Alpi, e il centro di documentazione del parco a Le Bourg-d’Oisans, nell’Isère. Entrambi mettono a disposizione dei visitatori numerose informazioni utili e organizzano mostre sul massiccio degli Écrins.

Flora –
Nel Parco nazionale sono state individuate più di 1800 specie vegetali. Questa diversità corrisponde alle diverse fasce di vegetazione (da 710 a 4102 m). Circa 400 specie strutturano i paesaggi.
Il larice dà la sua personalità a tutta la parte orientale del parco. Al di sopra del limite dei boschi, il ginepro nano regna sui versanti esposti a sud, mentre il rododendro occupa quelli a nord.
Circa 168 vegetali hanno un forte valore patrimoniale: specie protette (cinquefoglia del delfinato, regina delle Alpi), specie iscritte sul libro rosso nazionale delle specie rare o minacciate (cotoneaster atlanticus, prunus brigantina). Gli onnipresenti licheni sono spesso gli ultimi avamposti del mondo vegetale e colorano le pietraie, attribuendo ad ogni sito la sua tinta originale. Questi paesaggi vegetali si evolvono man mano che il clima si riscalda. Così, le specie ereditate dai periodi glaciali (betulla pubescente, carice bicolore) regrediscono fortemente, mentre il pioppo tremulo, albero di pianura, parte alla conquista delle lande e delle rocce.
Il Parco nazionale degli Ecrins deve dunque fondarsi sui principi di una conservazione dinamica, sugli inventari floristici e su una cartografia degli ambienti naturali.

Fauna –
La ricchezza della fauna degli Écrins (più di 350 specie di vertebrati) dipende, come detto, dalla diversità delle condizioni ecologiche: l’arvicola iberica e la lucertola ocellata, specie meridionali, si ripartiscono il territorio con l’arvicola delle nevi e la pernice bianca, relitti delle ultime glaciazioni. Quanto agli invertebrati, solo una piccola parte della loro popolazione ha svelato i suoi misteri. Specie emblematica, il camoscio annoverava appena 3000 esemplari al momento della creazione del Parco. Oggi sono quasi 15000.
Il ritorno dello stambecco è stato possibile grazie alle operazioni di reintroduzione condotte: circa 600 esemplari frequentano nuovamente le pareti rocciose del massiccio degli Écrins. Se alcune specie si incontrano solo nella bella stagione, altre hanno saputo adeguarsi a meraviglia al rude clima invernale. Mentre la marmotta cade in un profondo sonno, la lepre bianca e la pernice bianca si ammantano della loro candida livrea ed il fagiano di monte si crea un efficiente igloo. La conservazione di queste specie sensibili al disturbo è strettamente dipendente dalla regolamentazione di numerose attività ricreative (sci, racchette da neve,….).
Simbolo del Parco nazionale, l’aquila reale è oggetto dal 1985 di censimenti regolari. Essa condivide il cielo con rapaci ancora più grandi: il gipeto, il grifone e l’avvoltoio monaco.
La situazione geografica del parco e la diversità dei suoi ambienti spiegano il ritorno naturale di grandi predatori quali il lupo e la lince.

Guido Bissanti




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