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Sarchiatura

Sarchiatura

La Sarchiatura o scerbatura, in agronomia, è una lavorazione superficiale dell’interfila eseguita allo scopo di interrompere la risalita capillare dell’acqua, in modo da contenere le perdite per evaporazione, e di rimuovere le erbe infestanti.
La sarchiatura si esegue con macchine specifiche (sarchiatrici) oppure con macchine impiegate per altri scopi ma adatte ad essere utilizzate anche per la sarchiatura. Nelle agricolture marginali o in quelle ad alto reddito (come le orticole o le floricole) è eseguita manualmente con la zappettatura. In questo caso si utilizzano attrezzi come la zappa o attrezzi specializzati come la “forchetta” o il rastrello, con cui si può ottenere una sarchiatura superficiale di letti di semina resi crostosi dalle piogge.

La sarchiatura è stata di fatti, eseguita per millenni, tramite la zappa; oggi nelle coltivazioni intensive e su larghe estensioni si ricorre alla sarchiatura meccanica con le sarchiatrici meccaniche o con motocoltivatori dotati degli appositi attrezzi rotativi, eventualmente seguita per le coltivazioni di pregio nelle serre da sarchiatura manuale di rifinitura. Inoltre in moltissime colture alla sarchiatura manuale o meccanica seguono le operazioni di rincalzatura ed eventualmente nei terreni molto leggeri e soffici quelle di rullatura del terreno.
La sarchiatura, con tutte le sue varianti si prefigge i seguenti scopi:
– La distruzione meccanica delle erbe infestanti;
– migliorare la circolazione dell’aria nel terreno;
– agevolare nei climi freddi la penetrazione nel terreno del calore solare;
– diminuire l’evaporazione dell’acqua, interrompendo la capillarità del terreno, per trattenere l’umidità.




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