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Myodes glareolus

Myodes glareolus

L’arvicola rossastra o arvicola dei boschi (Myodes glareolus Schreber, 1780) è un roditore appartenente alla famiglia dei Cricetidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Phylum Chordata, Classe Mammalia, Superordine Euarchontoglires, Ordine Rodentia, Sottordine Myomorpha, Superfamiglia Muroidea, Famiglia Cricetidae, Sottofamiglia Arvicolinae e quindi al Genere Myodes ed alla Specie M. glareolus.
È sinonimo il termine Clethrionomys glareolus Schreber, 1780.
Sono presenti le sottospecie:
– Myodes glareolus alstoni;
– Myodes glareolus britannicus;
– Myodes glareolus caersarius;
– Myodes glareolus curcio;
– Myodes glareolus erica;
– Myodes glareolus garganicus;
– Myodes glareolus glareolus;
– Myodes glareolus hallucalis;
– Myodes glareolus helveticus;
– Myodes glareolus istericus;
– Myodes glareolus nageri;
– Myodes glareolus pirinus;
– Myodes glareolus ruttneri;
– Myodes glareolus skomeriensis.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Myodes glareolus è un roditore con un areale che si estende dal nord della Spagna ad ovest fino alla Scandinavia a settentrione, alla Turchia a meridione, al nord del Kazakistan e ai monti dell’Altai ad oriente. Alcune popolazioni di questa specie sono presenti in Irlanda ed Inghilterra.
In Italia la specie è molto presente nelle aree boscate della penisola, con la sola esclusione della Pianura Padana e delle zone costiere maggiormente antropizzate, ove è molto rara o addirittura assente. È assente invece nelle isole.
Il suo habitat è quello delle aree boschive con folta vegetazione e sottobosco delle aree meno calde e risulta assai rara od assente nelle aree costiere, fortemente antropizzate o nelle pianure.
Per questo motivo questo roditore è un ottimo bioindicatore tanto che esso torna utile anche in paleoclimatologia, in quanto la sua presenza allo stato fossile in determinati strati di roccia indica che la zona in periodi remoti ebbe caratteristiche climatiche ben precise, atte ad ospitare questa specie.

Descrizione –
L’arvicola rossastra è un roditore, con dimorfismo sessuale non evidente e con una lunghezza testa-corpo di 7-13,5 cm, con una lunghezza della coda di 3,5-6,5 cm, lunghezza delle orecchie di 9-15 mm ed un peso che oscilla tra 12 e 35 grammi.
Si riconosce per avere il mantello nella parte superiore di colore perlopiù rosso-bruno, ma anche bruno-giallastro, con i fianchi grigiastri con sfumature rossastre, mentre inferiormente ha una colorazione da biancastro a grigio-biancastro.
Gli orecchi sono relativamente grandi e sporgono dal pelo ed anche gli occhi sono grandi e di colore scuro.
Le zampe sono bianche nella parte superiore, il piede posteriore presenta 6 cuscinetti plantari ed ha numero di capezzoli pari a 8.

Biologia –
Il Myodes glareolus è caratterizzato dalla presenza dei maschi su territori più grandi di quelli delle femmine, motivo per cui il territorio di ciascun maschio spesso va a sovrapporsi con quello di più femmine, con le quali si accoppierà durante il periodo riproduttivo.
Il periodo dell’accoppiamento e della riproduzione è legato al fotoperiodo ed oscilla tra aprile ed ottobre, con un picco nel mese di giugno; in annate particolarmente favorevoli la durata del periodo degli amori può oscillare tra marzo e novembre, anche se in alcuni boschi delle aree alpine possono riprodursi addirittura durante tutto l’anno.
I maschi tendono ad accoppiarsi col maggior numero di femmine possibile, arrivando anche a compiere piccole migrazioni ed anche le femmine possono accoppiarsi con numerosi maschi ma con preferenza agli individui dominanti residenti nelle vicinanze del proprio territorio.
Il periodo dell’estro ha una durata di quattro giorni.
Il periodo della gravidanza dura circa tre settimane, con la prima annuale che dura solitamente di meno e le successive (fino a cinque in un anno) che hanno solitamente durata maggiore; questo perché la femmina può rimanere di nuovo gravida mentre sta ancora allattando la figliata precedente e questo comporta probabilmente un ritardo nell’impianto degli ovuli nel proprio utero per evitare di partorire nuovamente mentre sta ancora accudendo i cuccioli.
La femmina mette alla luce dai tre ai dieci cuccioli, che sono inizialmente ciechi, sordi e privi di pelo, fatta eccezione per qualche isolata vibrissa sul muso.
La peluria inizia a formarsi per prima sul dorso a partire dal terzo giorno di vita, ma solo attorno alle 5 settimane di vita la peluria grigia giovanile lascerà il posto al manto definitivo. L’udito dei cuccioli arriva verso l’11° giorni di vita e la vista verso il 12O giorno.
Lo svezzamento si avrà intorno alle tre settimane di vita e la maturità sessuale intorno alle nove settimane, anche se le femmine sono talvolta in grado di portare a termine delle gravidanze già a partire dalla quarta settimana di vita, mentre i maschi sono maturi per riprodursi mai prima dell’ottava settimana.
Da sottolineare come le femmine, con l’approssimarsi del parto, divengono molto aggressive, soprattutto le une nei confronti delle altre e contraggono i confini del proprio territorio, evitando così di sovrapporre parte del proprio spazio vitale a quello di altre femmine. Inoltre le femmine possono uccidere i cuccioli delle femmine dei territori vicini, per motivi di disponibilità alimentari ed i maschi possono uccidere delle nidiate per far sì che la femmina vada nuovamente in estro e si accoppi con loro.
Queste arvicole hanno dei cicli periodici di proliferazione, molto probabilmente legati alla presenza dei predatori (predation hypothesis), le cui popolazioni fluttuano in modo simile, seguendo le fluttuazioni delle popolazioni di prede.

Ruolo Ecologico –
Queste arvicole sono animali essenzialmente erbivori e nei mesi primaverili si nutrono di erbe, radici, e germogli, mentre d’estate e d’autunno si nutrono anche di frutti e semi, assieme anche a noci, bacche, grano, orzo e semi di graminacee. Durante tutto l’anno l’animale può nutrirsi anche di insetti e larve, lumache ed altri piccoli invertebrati, che tuttavia non vanno mai a superare un terzo del totale di cibo ingerito dall’animale.
A causa della sua dieta alimentare, nel periodo estivo, l’animale può anche raddoppiare il suo peso in funzione della maggiore quantità di cibo disponibile, per poi tornare al proprio peso forma durante l’inverno, quando il cibo reperibile è molto più scarso. Inoltre, anche se non frequente, questa arvicola può immagazzinare nei periodi di abbondanza semi e granaglie all’interno dei fondi ciechi delle proprie gallerie.
I Myodes glareolus sono animali sociali e dalle abitudini che alternano periodi di riposo e di attività durante le 24 ore e che si muovo in un territorio ben stabilito che non oscilla mai sotto il diametro di circa 45 metri dal centro della propria tana; in genere le ore di attività totali dell’animale oscillano da due a sei a seconda della stagione, scaglionate in 3-9 periodi attivi alternati a periodi di riposo, con picchi di attività durante estate ed inverno e valori minimi durante primavera ed autunno. Tali abitudini sono legate alla presenza di cibo, alla concorrenza con altri roditori e di altri fattori ambientali.
I rifugi dove trascorrono i loro momenti di riposo sono caratterizzati da intrecciati sistemi di gallerie, a volte anche superficiali e presenti sotto lo strato di foglie o della neve. Le tane vengono realizzate sul terreno, fra le foglie morte od in tronchi cavi: l’animale provvede in ogni caso a renderla confortevole imbottendola con foglie, muschio, peli di animali e fibre vegetali.
Questi animali oltre che muoversi nel fitto del sottobosco, dove preferiscono le zone con felci o con rovi, che offrono protezione e cibo, spesso si arrampicano sugli alberi, il che li rende più facilmente avvistabili rispetto alle altre arvicole. Non è raro il caso che questi roditori possa utilizzare il nido di qualche uccello posto su qualche albero come proprio rifugio.
A causa della loro presenza, in aree in cui le popolazioni raggiungono densità ragguardevoli i Myodes glareolus vengono considerate animali nocivi, in quanto tendono a danneggiare le colture ed a rosicchiare la corteccia dei giovani alberi, di solito larici e sambuchi, portandoli alla morte.
La speranza di vita media di questi animali in natura è di circa un anno e mezzo: in cattività, tuttavia, alcuni esemplari sono vissuti fino a 12 anni, in quanto non sono soggetti alla presenza di numerosi predatori.
Secondo lo IUCN questa arvicola non presenta particolari problemi di conservazione e recenti studi lo classificherebbero come l’animale più abbondante in Europa centrale.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Gordon Corbet, Denys Ovenden, 2012. Guida dei mammiferi d’Europa. Franco Muzzio Editore.
– John Woodward, Kim Dennis-Bryan, 2018. La grande enciclopedia degli animali. Gribaudo Editore.




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