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Rhamnus catartica

Rhamnus catartica

Lo Spino cervino (Rhamnus cathartica L., 1753) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Ramnacee.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Rosales, Famiglia Rhamnaceae e quindi al Genere Rhamnus ed alla Specie R. catartica.

Etimologia –
Il termine Rhamnus proviene dal greco ῥάμνος rhámnos, nome attribuito a diversi arbusti da Teofrasto e altri Autori greci.
L’epiteto specifico catartica viene anch’esso dal greco καθαρός katharòs puro: che rende puro, quindi purgante, purgativo.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Lo Spino cervino è una pianta originaria di un areale sito tra l’Europa e l’Asia. Lo si ritrova soprattutto con individui isolati in ambiti caldi e abbastanza secchi, ai margini dei boschi ed in cespuglieti termofili; piuttosto indifferente al substrato anche se predilige terreni calcarei, anche poveri e ghiaiosi, tendenzialmente aridi, da 0 a 800, massimo 1400 m.

Descrizione –
Il Rhamnus cathartica è un albero o arbusto che cresce fino a 3–5 m.
Le radici sono ramificate e legnose ed il caule cilindrico.
I rami sono piuttosto numerosi ed opposti e terminano all’apice con una spina situata fra le due branche dell’ultima biforcazione e pubescenti nella loro parte più giovane.
Le foglie sono portate in modo alterno, opposte e molto ravvicinate, con stipole lesiniformi e caduche, picciolo pubescente superiormente scanalato, lembo di regola lungo il doppio del proprio picciuolo, ovato o ellittico, ottuso o brevemente acuminato con margine leggermente crenato seghettato, nervature pennate, pubescenti sulla pagina inferiore, mentre la superiore è glabra.
I fiori sono raggruppati in fascetti all’ascella delle prime 2-3 coppie di foglie del ramo nuovo dell’anno. Questi sono dioici per aborto, di colore verdognolo, lunghi 3–4 mm con ricettacolo a coppa, con al bordo 4 sepali e 4 petali lunghi 1 mm, lanceolati, giallo verdi, più brevi del calice, alterni coi sepali e appena visibili.
Dai fiori maschili ad ogni petalo è sovrapposto uno stame ben sviluppato ed il pistillo è ridottissimo, i femminili hanno gli stami sterili, il pistillo di quattro carpelli riuniti e stilo diviso in alto.
I frutti sono delle drupe sferiche, quadriloculari, con diametro di 5-8 mm, con endocarpo cartilagineo, nere a maturazione, di 5-8 mm. Semi uno per loggia, ovoidi, trigoni, neri, solcati dorsalmente.

Coltivazione –
Lo Spino Cervino si può coltivare in piena terra decorando l’ambiente per tutto l’anno. Non teme il freddo e ben si adatta anche alla coltivazione in zone con inverni particolarmente rigidi, richiedendo poche e semplici cure.
Si possono utilizzare le sue bacche che anticamente venivano impiegate come purga in caso di intossicazioni alimentari o, estraendo dalla sua corteccia un colorante giallo.

Usi e Tradizioni –
Lo Spino cervino, storicamente, è una delle droghe ad azione catartica di antico uso popolare. Ne accenna il Mattioli ne «I Discorsi» dicendo che «Produce il frutto nero di bacche, come quello del ligustro: il quale adoperano i dipintori, et i miniatori, per fare un bellissimo verde, et altri per purgare il corpo; perciochè cuocendosi il lor succo con zucchero in lettouaro solve mirabilmente la flemma et la melancholia».
I frutti sia freschi che essiccati del Rhamnus cathartica contengono antrachinoni, ramnoxantina, ramnoemodina, principi amari, ramnocatartina, sostanze coloranti (verde vescica), crisoramnina, ramnonigrina, quercitina, glucosio, acido succinico, succinato di calcio, resina, olio grasso ed altre sostanze.
I frutti vengono utilizzati in infusi o sciroppi a scopi lassativi, hanno anche effetti diuretici. Il sovradosaggio produce effetti collaterali quali vomito, dolori addominali e violente scariche diarroiche. Anche le bacche contengono molti dei principi sopra indicati, ma provocano effetti collaterali simili a quelli dati dalla corteccia fresca.
Il legno molto duro da lavorare, trova impiego nei lavori di tornio ed ebanisteria; inoltre dalla corteccia si possono estrarre coloranti con tonalità gialla.
Per la composizione chimica dei suoi principi attivi lo Spino cervino viene classificato fra le droghe antraceniche ad azione purgativa. La sua azione è molto energica, tanto che somministrato a dosi anche moderatamente elevate, questa pianta determina, come detto, frequentemente vomito, dolori addominali, scariche diarroiche ripetute e gastroenterite più o meno grave.
Fra le droghe antraceniche lo Spino cervino è certamente quella meno usata in terapia e non ci risulta che su di essa o sui suoi principi attivi, siano state eseguite particolari ricerche farmacologiche.

Modalità di Preparazione –
Lo Spino cervino, un tempo, era usato soprattutto come purgante drastico per ottenere un effetto derivativo intestinale, scopo per il quale viene attualmente preferito l’impiego dei diuretici o il salasso.
A dosi terapeutiche esso può essere usato tuttavia in sostituzione di altri purganti drastici, ove se ne riconosca la necessità o per rinforzare l’azione di droghe purgative ad azione più blanda.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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