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Artemisia annua

Artemisia annua

L’artemisia annuale (Artemisia annua L., 1753) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Asteraceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Asteridae, Ordine Asterales, Famiglia Asteraceae, Sottofamiglia Asteroideae, Tribù Anthemideae, Sottotribù Artemisiinae e quindi al Genere Artemisia ed alla Specie A. annua.
È sinonimo il termine: Artemisia chamomilla C.Winkl..

Etimologia –
Il termine Artemisia proviene da Ἄρτεμις Artemis Artemide, nome greco della dea Diana: genere già citato in Plinio; secondo alcuni autori, Artemisia II di Caria (Αρτεμισία Artemisía ?-350 a.C.), sorella e moglie di Mausolo, che avrebbe dato il suo nome a questa pianta. l’epiteto specifico annua viene da annuale, in riferimento alla durata del ciclo vegetativo di questa pianta.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’artemisia annuale è una pianta originaria della provincia di Hunan in Cina.
In Italia è presente in modo discontinuo ed è considerata rara e probabilmente naturalizzata. Anche nelle Alpi la presenza non è continua. Fuori dall’Italia, sempre nelle Alpi, si trova in Francia (dipartimenti di Isère e Alta Savoia), in Svizzera si trova nel Canton Ticino, mentre in Austria è presente nei Länder del Vorarlberg, Tirolo Settentrionale e Carinzia. Sugli altri rilievi europei si trova nel Massiccio del Giura, Monti Balcani e Carpazi. L’habitat tipico di questa pianta è rappresentato dalle zone ruderali, gli incolti ghiaiosi e sabbiosi, lungo i sentieri, le scarpate ferroviarie, discariche e bordi delle strade (è una pianta sinantropa).
Cresce preferibilmente su suoli calcarei o silicei con pH neutro e terreno ad alti valori nutrizionali mediamente umidi.
È presente dal piano basale fino a 500 m s.l.m..

Descrizione –
L’ Artemisia annua è una specie erbacea annuale che nei climi temperati può raggiungere i 2 m di altezza.
La pianta può assumere un portamento monocaule (con branche alternate), oppure cespuglioso (ramificazioni alla base).
Ha foglie profondamente settate, che variano da 2,5 a 5 cm di lunghezza e contengono cellule filamentose (tricomi).
L’infiorescenza (capitula) ha un diametro di circa 2-3 mm, con colorazione generalmente giallastra e racchiusa da numerose brattee. Al centro di questa troviamo numerosi fiori bisessuali (ermafroditi), circondati da fiori femminili (pistillati). Entrambi i tipi fiorali hanno una corolla tubolare simpetala con margine penta lobato nei fiori bisessuali e bi-trilobato in quelli femminili.
Il ricettacolo è glabro e di forma triangolare. Come nelle foglie anche gli organi fiorali contengono numerose cellule filamentose.
Il frutto è un piccolo achenio con semi di dimensioni ridottissime (circa 12.000 per grammo).

Coltivazione –
Per la coltivazione dell’ Artemisia annua bisogna scegliere terreni franchi esposti a sud, anche se la pianta si adatta nei terreni argillosi; inoltre è poco esigente nei riguardi dei fattori nutritivi.
Alle nostre latitudini il ciclo di crescita è primaverile-estivo e la fioritura si ha nella tarda estate. La pianta è moderatamente resistente alle basse temperature e dissecca totalmente con le prime gelate.
Per la sua coltivazione, inoltre, bisogna tenere conto del fotoperiodismo. Con la durata del giorno di 12 ore si accorcia il ciclo vegetativo ed induce la fioritura, cosa che spiega perché non è possibile coltivare con successo questa pianta nei paesi equatoriali e subequatoriali mentre vegeta rigogliosa nei nostri ambienti.
Per l’impianto bisogna partire da semina in semenzaio, per via della ridottissima dimensione dei semi. Quando le piantine raggiungono lo stadio di 2-4 foglie e sono alte circa 10 cm vengono trapiantate in pieno campo utilizzando le comuni trapiantatrici.
La densità di impianto ottimale sembra essere quella di circa 6 piante per mq.
L’artemisia si avvantaggia in particolar modo della dotazione di fosforo e potassio, anche se in quantità non elevate. Anche l’irrigazione influisce positivamente sulla produttività.
Per il controllo delle infestanti è bene procedere ad una o due sarchiature.
Per quanto riguarda la raccolta e l’utilizzazione bisogna tenere conto del contenuto di artemisinina (endoperossido sesquiterpene lattone) che questa pianta produce; il massimo contenuto coincide con la fase di inizio fioritura, momento che risulta ottimale per la raccolta, che viene effettuata sfalciando le piante. Successivamente queste vengono poste ad essiccare in locale coperto e ventilato. Non esistono ad oggi macchine adatte alla raccolta meccanizzata. Sarebbe importante poter raccogliere solo le foglie o le sommità apicali della pianta lasciando in campo la parte legnosa.

Usi e Tradizioni –
L’Artemisia annua è una pianta nota fin dall’antichità per diverse e numerose proprietà curative. Tra i primissimi cenni storici di utilizzo di Artemisia, quale fonte di fitoestratti curativi, bisogna menzionare Theophrastus (371-287 a.C.), che indicava A. abrotanum come antielmintica e spasmolitica. Vi sono tracce storiche ben documentate anche nell’antico Egitto di un uso di A. absinthium come vermifugo e curativo di lesioni cutanee. Ma è in Cina che queste specie diventano particolarmente note e rinomate per le loro svariate proprietà salutari. Infatti venne menzionata per la prima volta nel 168 a.C. nel testo sulla farmacopea tradizionale cinese “Rimedi per 52 malattie”, testo che è stato rinvenuto a Changsa (prov. Hunan) nella tomba di Mawangdui Han e nel quale l’Artemisia annua veniva indicata come rimedio anti-emorroidario.
Successivamente nel 340 d.C., la stessa specie viene menzionata in un secondo testo della sinno-farmacopea tradizionale redatto da GeHong: “Manuale delle prescrizioni per terapie di urgenza”. In questo testo si illustravano le proprietà curative degli estratti e degli infusi di A. annua contro la malaria.
Bisogna arrivare al 1596, quando Li Shizhen la cita come pianta antimalarica nel suo volume Compendio della Materia Medica. Anche il suo utilizzo come bio-fumigante contro insetti presenti nelle derrate stoccate è noto in Cina da svariati secoli.
La svolta nell’utilizzo e quindi nella diffusione di questa specie si ebbe in Cina all’ inizio degli anni ‘70, con il governo di Mao, che diede ordine a tutti i settori delle scienze sinniche di indagare approfonditamente sulle proprietà curative di svariate piante note dalla tradizione cinese e tra queste anche le numerose specie del genere Artemisia. Dallo screening (che oggi ammonta ad oltre 130 specie congeneri indagate) risultò che A. annua possedeva effettivamente una potente azione antimalarica e pertanto si pervenne alla prima identificazione ufficiale di azione anti-Plasmodium alternativa agli antibiotici ed al chinino possedute dall’artemisinina.
Comunque sia il basso contenuto di artemisinina (max 0,5%) nei genotipi delle specie di Artemisia annua coltivate nel recente passato in Europa ed in America è stato il principale fattore limitante per la diffusione della coltura su ampie superfici. Negli ultimi anni si è però operato un miglioramento genetico che ha portato ad un deciso incremento di artemisinina nelle parti aeree; con questo miglioramento i genotipi oggi coltivati a scopo sperimentale raggiungono un contenuto medio di 1,1 – 1,4% sulla sostanza secca della parte aerea. Questo risultato, abbinato inoltre ad una abbondante produzione di biomassa (20-25 t/ha di prodotto secco), potrebbe rendere economicamente conveniente la coltura.
Anche se ad oggi l’immunolocalizzazione dell’artemisinina non è stata ancora ben definita, ci sono forti evidenze che dimostrano che questa sostanza è secreta nei tricomi ghiandolari, in quanto nei biotipi di A. annua che non presentano tricomi ghiandolari non c’è produzione della sostanza. Infatti il contenuto di artemisinina nelle infiorescenze (% S.S.) è da 4 a 11 volte più elevato che nelle foglie.
Ad ufficializzare il ruolo svolto dall’ artemisinina contro la malaria, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha confermato e ribadito numerose volte l’efficacia di questo principio attivo nel combattere questa malattia nella sua forma più aggressiva e virulenta.
Vista l’insufficiente produzione mondiale di questo principio attivo potrebbe essere interessante promuovere la promozione di questa pianta utilizzando strumenti di politica agricola come la PAC.
A maggior stimolo nella coltivazione dell’Artemisia annua si ricorda che questa pianta è stata usata per lustri anche nella cura di numerose malattie, tra cui le dermatiti. Derivati sintetici dell’artemisinina sono attualmente in fase di ricerca, inoltre, per un loro potenziale uso come farmaci antitumorali.
Inoltre secondo la medicina popolare l’Artemisia annua ha le seguenti proprietà medicamentose:
– antibatterica (blocca la generazione dei batteri);
– antisettica (proprietà di impedire o rallentare lo sviluppo dei microbi);
– carminativa (favorisce la fuoriuscita dei gas intestinali);
– digestiva;
– febbrifuga (abbassa la temperatura corporea).

Modalità di Preparazione –
L’Artemisia annua, come altre dello stesso genere, può fornire un olio essenziale ricavato dalle foglie e utilizzato per aromatizzare diverse bevande anche alcoliche.
Inoltre per la medicina popolare sono tanti gli impieghi di questa pianta:
– infusi: 2 cucchiai di sommità fiorite in 1 litro di acqua per la cura di febbre, raffreddore, disturbi allo stomaco e al fegato e per agevolare la cicatrizzazione delle ulcere;
– foglie essiccate: messe all’interno dei cuscini curano i disturbi del sonno, mentre nella suola delle scarpe sono un antidoto alla stanchezza;
– rami: appendendo qualche rametto nelle stalle o nei pressi degli orti tiene lontani parassiti e mosche.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




2 pensieri riguardo “Artemisia annua

  • Maria Lucibello

    Salve, sono Maria Lucibello, una ricercatrice del CNR. Mi occupo da molti anni degli effetti terapeutici della diidroartemisinina. Vorrei pubblicare l’immagine della pianta Artemisia annua (1697) in un articolo scientifico di cui sono l’autore corrispondente.
    Posso avere il permesso?
    Grazie Mille
    Maria Lucibello
    Dipartimento di Scienze Biomediche
    Istituto per la Ricerca e l’innovazione Biomedica (IRIB)
    Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR
    Viale Tommaso Campanella, 115
    88100 Catanzaro – Italia

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    • ecosostenibile

      Buongiorno,
      Per quel che ci riguarda non ci sono problemi.
      Non abbiamo certezza però che l’immagine possa vantare un copyright di terzi. Di solito, quando non è nostra mettiamo in fondo all’articolo, oltre alla bibliografia dei testi consultati, la fonte della foto.
      Buon lavoro, e se lo ritiene utile, possiamo ospitare, come facciamo per altri autori, i suoi articoli o lavori anche sul nostro sito.
      In questo caso ci mandi la sua email, che non visualizzeremo sul sito, e le risponderemo in privato.

      Rispondi

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