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Colina

Colina

La colina il cui termine nella nomenclatura ufficiale IUPAC é 2-idrossi-N,N,N-trimetiletanammonio e la cui formula bruta o molecolare è: C5H14NO+, è una sostanza organica classificata come nutriente essenziale che è conosciuta anche col nome di vitamina J e talvolta è accostata alle vitamine del Gruppo B. questa molecola fu scoperta per la prima volta nel 1864 da Andreas Strecker, mentre la sua prima sintesi in laboratorio è del 1866.
In natura la colina è presente sopratutto nel tuorlo d’uovo e nei semi di soia ma si trova anche nello zenzero e nel riso integrale. In minore quantità troviamo la colina nella lattuga ed in altri alimenti naturali come: il fegato, la carne, il pesce, la frutta secca, i fagioli, i piselli, gli spinaci ed il germe di grano.
A livello fisiologico non è ancora del tutto chiaro se la colina possa essere utilizzata da queste fonti per assorbimento intestinale.
La colina è inoltre presente anche nella lecitina utilizzabile sia come additivo sia come integratore alimentare. È disponibile anche la fosfatidil-colina in pillole o in polvere o anche come cloruro (liquida).
La colina è un costituente dei fosfolipidi che compongono la membrana cellulare e del neurotrasmettitore acetilcolina.
Tra gli utilizzi più conosciuti della colina ricordiamo che viene utilizzata per tenere sotto controllo i livelli di colesterolo nel sangue e per proteggere la salute del fegato (per esempio in caso di epatite o di cirrosi).
Alcuni studi farebbero supporre che la colina sia particolarmente importante per il buon funzionamento del sistema nervoso, tanto che viene consigliata in caso di depressione, perdite di memoria, Alzheimer e altre forme di demenza, corea di Hungtington, sindrome di Tourette, atassia cerebellare, disturbo bipolare, alcune forme di convulsioni e schizofrenia.
La colina, inoltre sembra in grado di ridurre l’infiammazione associata all’asma e la necessità di ricorrere all’uso di bronco dilatatori.

Altri utilizzi della colina vengono fatti dagli sportivi per ritardare il senso di fatica durante gli sport di resistenza e alcune donne incinte la assumono per prevenire i difetti del tubo neurale nel feto. Fra gli altri suoi impieghi vengono inclusi la prevenzione dei tumori e il trattamento della bronchite.
La colina può essere metabolizzata nel corpo umano in trimetilammina (TMA), un composto dal caratteristico odore di pesce. Per questo motivo l’assunzione di grandi quantità di colina può far sì che il corpo emani un odore di pesce.
A fronte di una tale varietà di utilizzi, per il momento l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha autorizzato solo tre indicazioni d’uso per la colina. In particolare, i prodotti che contengono almeno 82,5 mg di colina ogni 100 g (o 100 ml, o porzione) possono riportare claim secondo cui “contribuisce al normale metabolismo dell’omocisteina”, “contribuisce al normale metabolismo lipidico” e “contribuisce al mantenimento della normale funzione epatica”.
Sulle possibili controindicazioni si può dire che la colina è considerata una molecola sicura almeno fino a che viene assunta in quantità non superiori alla dose massima giornaliera consigliata (1 g tra gli 1 e 8 anni di età, 2 g tra 9 e 13, 3 g fra 14 e 18 e 3,5 g a partire dai 18 anni).
Anche durante la gravidanza l’assunzione di colina è considerata sicura.
Infine non risulterebbero particolari interazioni tra l’assunzione di colina e quella di farmaci o altre sostanze.

Avvertenza: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.



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