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Trifolium incarnatum

Trifolium incarnatum

Il Trifoglio incarnato (Trifolium incarnatum L.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Fabaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Fabales, Famiglia Fabaceae, Sottofamiglia Faboideae, Tribù Trifolieae e quindi al Genere Trifolium ed alla Specie T. incarnatum.

Etimologia –
Il termine Trifolium deriva dal prefisso tri- tre e da fólium foglia: per le foglie composte da tre foglioline. L’epiteto specifico incarnatum proviene da incárno incarnare, assumere un colore in carnato, per via dei suoi fiori rosati.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Trifoglio incarnato è una specie con distribuzione euro mediterranea con prolungamenti verso nord e verso est (area della Vite), originaria della maggior parte dell’Europa. È stato introdotto in altre aree del mondo fino agli Stati Uniti e al Giappone
In Italia è presente allo stato spontaneo, o come avventizia sfuggita alla coltivazione, in tutte le regioni d’Italia salvo forse che in Valle d’Aosta.
Viene a volte coltivato come foraggio su suoli argillosi decalcificati, subacidi e freschi e appare allo stato subspontaneo anche negli incolti, dal livello del mare sino alla fascia subalpina. Il suo habitat è rappresentato da praterie, campi, incolti, soprattutto su suoli silicei, dal piano fino a 2.200 m.

Descrizione –
Trifolium incarnatum è una specie erbacea annuale caratterizzata da fusti robusti, eretti di 15 – 20 (50) cm, ricoperti di peli patenti nella parte inferiore e appressati in quella superiore.
Le foglie sono tipicamente divise in tre foglioline lunghe circa 2 cm, obcordate, denticolate nella metà apicale, smarginate o tronche, pelose su entrambe le superfici, sono alterne e sono portate da un lungo picciolo peloso di di 2-4 cm, con alla base stipole ovate, dentate, ottuse o tronche, membranaceae, pelose, macchiate di rosso, avvolgenti il fusto con due orecchiette.
L’infiorescenza è all’apice del fusto, a forma di capolino spiciforme denso, ovato o ellissoide all’antesi e subcilindrico alla fruttificazione, portata da un peduncolo lungo e peloso, non ha involucro né bratteole, ed è composta da numerosi fiori ermafroditi con calice attinomorfo, peloso, campanulato, urceolato alla fruttificazione, con 5 denti erbacei, subeguali, lunghi quanto il tubo o poco più, triangolari, larghi nel frutto e pelosi nella parte esterna. Corolla tipica della famiglia formata da vessillo, ali e carena, con petali superati dalle lacinie calicine, saldati alla base, di colore rosso vivo, glabri, persistenti o caduchi alla fruttificazione.
L’androceo si presenta con10 stami diadelfi (9 saldati a formare un tubo ed 1 libero) ed il gineceo con ovario che ha uno stilo che passa all’interno del tubo formato dagli stami.
Il frutto è un legume detto camara, incluso nel calice persistente, con pericarpo membranaceo ed un solo seme giallastro in basso.
L’antesi è tra aprile e Giugno e l’impollinazione è autogama o entomogama.

Coltivazione –
Il Trifoglio incarnato è una pianta prevalentemente foraggera che resiste bene al freddo, ma nelle regioni settentrionali e nei terreni argillosi, soprattutto se seminato tardi, può subire gravi danni per sradicamento da gelo. Il trifoglio incarnato si adatta bene nei terreni sciolti, asciutti e poveri di calcare, dove la veccia ed il pisello forniscono in genere delle prestazioni produttive piuttosto scarse.
Nella coltivazione pura si semina ai primi di ottobre con 25-35 o più Kg/ha di seme, in file distanti 18-20 cm. La raccolta deve essere eseguita con piante in fioritura; raccolte più tardive possono causare disturbi all’animale a causa di numerosi peli ispidi di cui è provvisto il calice dei fiori. Un buon erbaio di trifoglio incarnato può produrre 25-30 t/ha di foraggio verde.

Usi e Tradizioni –
Il Trifoglio incarnato è una specie foraggera assai importante per il suo contenuto di proteine e grassi. La sua utilizzazione più frequente è quella della coltura in miscuglio con la loiessa ed in qualche caso anche con i cereali, ma viene coltivato anche in purezza.
Nelle regioni meridionali può essere usato anche per un buon pascolo in inverno e per produzioni di seme in primavera.
Il trifoglio incarnato comprende diverse forme e tipi che si differenziano tra di loro per la diversa precocità, la produzione ed anche per il colore dei fiori.
In alcune parti del mondo, come negli Stati Uniti, questo trifoglio viene coltivato per l’alimentazione umana. I suoi fiori sono commestibili, unitamente ai suoi germogli, che sono simili ai germogli di erba medica ma, di fatto, più nutrienti.
100 grammi di germogli di Trifolium incarnatum contengono 23 calorie, 4 g di proteine , 2 g di fibre e hanno una buona dotazione di vitamina K e vitamina C. inoltre ha quantità estremamente ridotte di calcio, ferro, fosforo, zinco, selenio e magnesio. Attenzione però perché come tutti i germogli crudi, possono essere contaminati da Escherichia coli, Salmonella, Listeria e Bacillus cereus .

Modalità di Preparazione –
Il Trifoglio incarnato è una leguminosa da cui si può ricavare un ottimo foraggio ed in certi Paesi viene coltivato anche per l’alimentazione umana. I germogli ed i fiori di questa pianta vengono utilizzati ed aggiunti come ingrediente in insalate, panini e altri piatti , preparati per tisane, e possono essere essiccati e macinati nella farina.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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