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Proprietà ed usi dello Stramonio

Proprietà ed usi dello Stramonio

Lo stramonio comune (Datura stramonium L.), conosciuto anche con i nomi di erba del diavolo ed erba delle streghe è una specie erbacea annuale della famiglia delle Solanacee. Si tratta di una pianta altamente velenosa a causa dell’elevata concentrazione di alcuni alcaloidi, in particolare la scopolamina, presenti in tutte le parti della pianta e con una maggiore concentrazione nei semi e con una variabilità stagionale e varietale. Della pianta vengono utilizzati i semi o i fiori, talvolta utilizzati assieme alle foglie.
In questa scheda vedremo proprietà ed usi dello Stramonio e le avvertenze necessarie.
Lo stramonio comune ha una radice a fittone, fusiforme, con un fusto eretto, rami biforcati ed altezza raggiungibile di due metri. Le foglie sono semplici e alterne, di grandi dimensioni, picciolate, con lamina ovale, base asimmetrica e margine dentato-frastagliato. La pianta ha fiori sono di circa 10 cm con corolla bianca, a volte con sfumature violacee, di forma tubulare, a 5 petali saldati, acuminati e pieghettati.

Lo stramonio comune fiorisce tra luglio ed ottobre ed i fiori rimangono chiusi durante il giorno per poi aprirsi completamente la notte, emanando un intenso e penetrante odore che attira le farfalle notturne; l’impollinazione è infatti entomofila e da questa si formano dei frutti che sono capsule globose, divise in 4 logge, della grandezza di una noce spinose; al suo interno si trovano numerosi semi neri e reniformi, lunghi circa 3 mm.
I nomi erba del diavolo ed erba delle streghe si riferiscono alle sue proprietà narcotiche, sedative ed allucinogene, utilizzate sia a scopo terapeutico sia nei rituali magico-spirituali dagli sciamani di molte tribù indiane.
Tali proprietà sono dovute alla presenza di alcaloidi allucinogeni, tra cui scopolamina e atropina.
L’uso a fini allucinogeni della Datura stramonium è estremamente pericoloso in quanto la dose attiva di alcaloidi allucinogeni è molto vicina alla dose tossica.
Come detto le concentrazioni degli alcaloidi varia notevolmente da pianta a pianta ed in diverse condizioni stagionali (foglia 0.1 – 0.65%, seme 0.4 – 0.6%). Tale variabilità rende complessa la produzione di tinture in concentrazioni standardizzate per scopi terapeutici.
I semi dello stramonio comune sono composti da:
– tropanalcaloidi: prevalentemente giusciamina e scopolamina;
– beta-carbolinalcaloidi come la fluorodaturatina;
– 4-metilsteroli, lecitine, oli grassi e proteine.
Un tempo di questa pianta venivano usate le foglie, per alleviare l’asma bronchiale, sotto forma di sigarette contenenti anche altre erbe medicinali; finché non furono evidenti gli effetti collaterali e la dipendenza che i pazienti subivano inevitabilmente fumando tutti i giorni tali sigarette.
Purtroppo una pratica dei tempi remoti era anche quella del suicidio utilizzando la pianta. il decesso era dovuto alla paralisi della muscolatura respiratoria.
Oggi, nella fitoterapia moderna, lo stramonio comune viene ancora utilizzato per due applicazioni:
– in paralisi agitans ed altre forme di tremor come la sindrome di Parkinson, tremor senescente, altre ipercinesie;
– contro l’asma bronchiale in forma di affumigature e tinture.



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