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Humulus lupulus

Humulus lupulus

Il luppolo (Humulus lupulus L., 1753) è una specie erbacea perenne, caducifoglia e latifoglia appartenente alla famiglia delle Cannabaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Urticales, Famiglia Cannabaceae e quindi al Genere Humulus ed alla Specie H. lupulus.

Etimologia –
Il termine Humulus è il diminutivo di húmus, terra ricca di sostanze organiche: in riferimento all’ambiente di crescita preferito; per altri invece deriva dall’olandese hommel, luppolo. L’epiteto specifico lupulus è il diminutivo di lúpus, lupo: perché questa pianta strozza i giovani arbusti cui si abbarbica, come il lupo con le sue prede.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il luppolo è una pianta che predilige ambienti freschi e terreni fertili e ben lavorati e che cresce comunque spontaneamente sulle rive dei corsi d’acqua, lungo le siepi, ai margini dei boschi. Lo ritroviamo dal livello del mare fino ai 1.200 metri se il clima non è troppo ventoso ed umido. È abbastanza frequente nell’Italia settentrionale; il luppolo selvatico è peraltro presente in tutte le regioni, isole comprese, benché diventi progressivamente più raro verso sud.

Descrizione –
L’Humulus lupulus è una pianta erbacea perenne, caducifoglia e latifoglia che presenta un rizoma ramificato dal quale si estendono esili fusti rampicanti che possono raggiungere i 9–10 m di lunghezza. Possiede delle foglie cuoriformi, picciolate, opposte, munite di 3-5 lobi seghettati. La parte superiore si presenta ruvida al tatto per la presenza di numerosi peli, la parte inferiore è invece resinosa. È specie dioica, con fiori maschili e femminili, unisessuali e di colore verdognolo, su individui separati. I fiori maschili sono riuniti in pannocchie pendule e ciascuno presenta 5 tepali fusi alla base e 5 stami; i fiori femminili presentano un cono membranoso che circonda un ovario munito di 2 lunghi stimmi pelosi; questi sono raggruppati alle ascelle di brattee fogliacee, costituendo un’infiorescenza dalla caratteristica ed inconfondibile forma a cono. L’antesi avviene nel periodo estivo; l’impollinazione è anemofila e nel periodo di settembre-ottobre, con la maturazione dei semi, le brattee assumono una consistenza cartacea che aumenta la dimensione del cono. I frutti sono degli acheni di colore grigio-cenere.
La pianta può vivere dai 10 ai 20 anni.

Coltivazione –
Il luppolo è una pianta coltivata per scopi commerciali in entrambi gli emisferi, indicativamente tra il 30° e il 52° di latitudine, ed essendo molto resistente ai climi freddi può resistere fino a −30 °C. La coltivazione del luppolo ha avuto inizio solo durante il IX secolo d.C. in Germania. In precedenza, fin da tempi preistorici, il luppolo era già utilizzato, ma non coltivato. Per la sua tecnica di coltivazione si può consultare la seguente scheda.

Usi e Tradizioni –
L’Humulus lupulus è una specie che contiene parecchie sostanze ed in particolare la “luppolina”, particolarmente presente nelle infiorescenze femminili che sono ricche di ghiandole resinose secernenti questa sostanza giallastra e dal sapore amaro; questa è composta da α-acidi (umulone, adumulone e coumulone),β-acidi (lupulone, adlupulone e colupulone), da polifenoli (es. flobafeni, xantumolo) e numerosi oli essenziali, che vengono utilizzati per aromatizzare e conferire alla birra il suo gusto caratteristico.
I fiori femminili (coni) vanno raccolti in settembre quando non sono ancora completamente maturi, oppure dalla polvere che si ottiene sbattendo e setacciando i coni.
La lupolina ha sull’organismo un’azione tonica, calmante, deprimente e leggermente narcotica. Dall’infuso dei coni di luppolo si ottiene una bevanda tonica ed aperitiva che, ridestando l’appetito, rende complete le digestioni laboriose, soprattutto dei convalescenti, dei linfatici e degli scrofolosi. anche imbottendo i cuscini di coni di luppolo ben secchi si combatte l’insonnia e l’irrequietezza notturna. Calmanti dei nervi sono pure i bagni caldi nei quali sia stato immesso un chilogrammo di coni di luppolo.
Il luppolo viene usato soprattutto nel processo produttivo della birra; le caratteristiche primarie sono:
– Fornire, nella quasi totalità dei casi, una base amaricante a bilanciamento della dolcezza apportata dal materiale fermentiscibile (malto d’orzo, malto di frumento, etc);
– Aumentare la stabilità microbiologica;
– Concorrere alla stabilizzazione della schiuma;
– Influenzare, a seconda degli stili in maniera minore o maggiore, il gusto e l’aroma.
Attualmente esistono 5 varietà tassonomiche riconosciute nel genere Humulus e sono: lupulus – luppolo Europeo; cordifolius – luppolo Giapponese; lupuloides, neomexicanus, pubescens – luppoli Nordamericani.
Il luppolo contiene 8-prenilnaringenina, il fitoestrogeno più potente conosciuto, la cui concentrazione in humulus lupus è così scarsa da non poter avere effetti biologici indagabili con le attuali tecniche di laboratorio. Tuttavia tale composto si forma anche in seguito alla conversione in situ, e in vitro dello isoxantoumulone, di cui il luppolo è molto più ricco. Gli effetti farmacologici di tali composti possono essere di tipo estrogeno-simile.

Modalità di Preparazione –
Il luppolo trova utilizzo, oltre che nell’industria birraia e farmacologica anche in cucina. In cucina gli apici della pianta di luppolo vengono raccolti nel periodo di marzo-maggio e utilizzati come il più noto asparago. A differenza della maggior parte dei germogli utilizzati per uso culinario, i getti di luppolo selvatico sono più gustosi quanto più sono grossi. Una volta lessati per 5-10 minuti, con poca acqua o al vapore, si possono consumare direttamente con classico condimento “all’agro”, oppure saltare qualche minuto in padella per servirli con riso o utilizzare per risotti, frittate e minestre.
Questi germogli costituiscono, sia cotti che crudi, un’ottima insalata dagli effetti lassativi, purificatori del sangue e delle funzioni epatiche.
Con i coni di luppolo si ottiene, inoltre, un ottimo vino “tranquillante”: per la sua preparazione è sufficiente metterne una manciata in un litro di vino bianco, lasciar macerare per qualche giorno, colare accuratamente e berne qualche bicchierino all’occorrenza. I coni di luppolo vanno raccolti nel periodo di settembre, quando hanno raggiunto una piena maturazione; vanno essiccati al sole e conservati al buio in vasi chiusi ermeticamente.
Si può preparare anche un infuso; per la sua preparazione è sufficiente versare su quindici grammi di coni di luppolo due tazze di acqua bollente; si lascia riposare per venti minuti, si cola e si sorseggia prima e dopo i pasti. Questo infuso è pure indicato, nella dose di una tazza presa prima di coricarsi, per distendere i nervi e favorire un sonno tranquillo.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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