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Come coltivare la Palma da datteri

Come coltivare la Palma da datteri

La palma da datteri (Phoenix dactylifera L., 1753) è una pianta appartenente alla famiglia Arecaceae, nota sin dall’antichità tra gli Egizi, i Cartaginesi, i Greci, i Romani, i Berberi per i suoi frutti eduli chiamati datteri. Nella tradizione cristiana, le foglie rappresentano un simbolo di pace e ricordano l’entrata di Gesù in Gerusalemme.
È una pianta che con il suo fusto eretto può raggiungere i 30 metri; la corteccia ha una struttura ruvida, dovuta alla presenza dei resti delle foglie cadute durante la sua crescita. Man mano che cresce il fogliame resta esclusivamente sulla cima ed è composto di un numero massimo di circa 30 foglie verdi, pennate, lineari, che possono raggiungere le dimensioni di circa 5- 8 metri di lunghezza. In questa scheda vedremo come coltivare la Palma da datteri seguendo gli accorgimenti agronomici più opportuni.
La specie è dioica per cui abbiamo alberi che producono infiorescenze maschili ed alberi con infiorescenze femminili. I fiori maschili sono presenti in numero inferiore rispetto a quelli femminili; l’impollinazione è sia anemofila che entomofila e può essere operata per via artificiale. Dalla fecondazione delle infiorescenze femminili si ottengono dei grappoli contenenti i datteri (bacche) che col passare del tempo tendono a scendere verso il basso. Ogni grappolo può pesare fino a 25 chilogrammi circa.
Diciamo subito che la riproduzione artificiale viene è praticata soprattutto per coltivazioni a uso strettamente commerciale, ed in questo caso il rapporto tra piante maschi e femmine è di circa 1:50. Per questo motivo sono importanti le piante da cui ricavare il polline, giacché da esso dipende la forma, la pezzatura, il periodo di maturazione dei datteri etc.

Anche se la palma da dattero, predilige ambienti temperati caldi e subtropicali, questa è comunque in grado di resistere a temperature fino a -5 °C; per portare però la pianta in produzione sono necessarie temperature comprese tra i 30 °C e i 40 °C e con bassi livelli di umidità.
La Palma da datteri va messa a dimora in luoghi colpiti direttamente dai raggi solari, si adatta a qualsiasi struttura del terreno, anche se preferisce quelli profondi ben drenati, sabbiosi e fertili.
L’apporto irriguo è determinante per questa coltivazione. Nei luoghi di coltivazione vengono adottate tecniche d’irrigazione per poter fornire grandi quantitativi di acqua. Le piantagioni si trovano infatti vicino a dei corsi d’acqua o dei canali.
La palma da datteri si propaga tramite polloni. La moltiplicazione mediante semi, solitamente non è praticata, in quanto determina un’ampia variabilità genotipica non idonea a produzioni da reddito.
La moltiplicazione mediante polloni, si ottiene rimuovendo quelli nati dalla pianta madre e mettendoli a dimora in piena terra almeno dopo un anno. La prima produzione dei frutti si ha intorno al 6° – 7° anno d’età.
Tecnica molto importante è la potatura delle foglie vecchie; in questo modo si evita l’insorgere di malattie e attacchi ad opera di parassiti. La raccolta dei datteri si effettua tagliando interamente il grappolo, e a essa segue un trattamento per proteggere la pianta dall’attacco d’insetti molto dannosi per la sua salute.
Sul mercato sono presenti innumerevoli varietà di Palma da datteri, questo anche per la millenaria tecnica di coltivazione; comunque possiamo dividerle in tre gruppi: a frutti secchi, semimolli e molli.
La varietà che produce frutti semimolli è la più nota ed è quella che sviluppa dei datteri di medio pregio. La pianta di datteri molli produce frutti grandi, teneri e molto pregiati. La palma da dattero a semi secchi produce molti frutti ma di poco pregio.
Per quanto riguarda i parassiti, il più tristemente noto e dannoso è il punteruolo rosso (Rhynchophorus ferrugineus Olivier, 1790). Questo coleottero molto infestante che porta alla morte della pianta va eliminato con attenti sopralluoghi periodici di agronomi che devono verificare la presenza delle larve e con l’eliminazione delle parti vegetative infette.




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