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Cupressus sempervirens

Cupressus sempervirens

Il cipresso comune (Cupressus sempervirens, L.) è una specie arborea appartenente al genere Cupressus.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Pinophyta, Classe Pinopsida, Ordine Pinales, Famiglia Cupressaceae e quindi al Genere Cupressus ed alla Specie C. sempervirens.

Etimologia –
Il termine Cupréssus deriva dal nome latino del cipresso comune, derivato dal greco κῠπάρισσος cypárissos, a sua volta di origine non indo-europea: forse dall’accadico kapárru-ísu saldo-albero, oppure dall’ebraico gopher nome dell’albero il cui legno fu utilizzato per costruire l’Arca. L’epiteto specifico sempervirens proviene da semper sempre e da virens verdeggiante: cioè sempreverde.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Cupressus sempervirens è una specie originaria del Mediterraneo orientale e della Turchia meridionale, introdotta altrove fin dall’antichità e sarebbe stato importato nel Mediterraneo occidentale dai Fenici e dagli Etruschi per motivi ornamentali. Questa specie è diventata un elemento caratterizzante il paesaggio anche in alcune zone interne (Marche, Toscana, Umbria). Si tratta di una specie relitta, rappresentante della flora europea prima delle glaciazioni.

Descrizione –
Il Cupressus sempervirens è un albero alto fino a 30 metri, con chioma compatta e colonnare oppure, come nella varietà horizontalis, largamente piramidale con rami eretto-patenti. Il tronco è diritto e slanciato, con scorza grigio cenere o grigio-bruna, finemente sfibrata per il lungo e fessurata nei vecchi esemplari. Le foglie sono squamiformi, ovato-triangolari, ad apice ottuso, di colorazione verde scuro, lunghe circa un millimetro, opposte e strettamente appressate in quattro file attorno ai rametti; queste posseggono una ghiandola dorsale che, previo strofinamento, sprigiona un aroma di incenso.
I fiori si trovano all’apice dei rametti, di colore giallo, indistintamente maschili e femminili su tutta la pianta. I frutti sono delle piccole sfere di colore verde chiaro da giovani, dette galbule, squamate e, dopo una maturazione lunga due anni, cambiano colore diventando marroni, lignificano e si aprono lungo le fenditure delle squame per far cadere dei semi alati (acheni).

Coltivazione –
Il cipresso comune è un albero che predilige aree caratterizzate da inverni miti e piovosi e da estati calde e asciutte. Soffre i freddi prolungati, ma la sua riproduzione spontanea e l’adattabilità a tutti i tipi di terreno lo ha portato a vegetare un po’ ovunque; infatti lo troviamo fino a 700 m s.l.m. e su terreni aridi, così da essere usato anche come un albero da rimboschimento, oltre che da frangivento. Comunque il suo uso prevalente è come pianta ornamentale da giardino e paesaggio. La rinnovazione delle cipressete può essere naturale, è particolarmente favorita in terreni sassosi o con presenza mista di pini. Per i dettagli della tecnica di coltivazione si rimanda alla seguente scheda.

Usi e Tradizioni –
Il Cupressus sempervirens è stata una pianta apprezzata fin dai tempi antichi per le sue proprietà balsamiche; infatti dai suoi rami si estrae l’oleum cupressi che viene impiegato per la cura delle malattie da raffreddamento. Il legno, duro e molto resistente, è invece impiegato per la costruzione di mobili ed ebanisteria. Il legno è adatto alla commercializzazione a partire dai 20 cm di diametro e il cipresso si adatta bene a terreni aridi, difficilmente utilizzabili da altre specie.

Modalità di Preparazione –
Il cipresso trova utilizzi in fitoterapia per le malattie da raffreddamento. In fitoterapia l’estratto meristematico (delle gemme) viene utilizzato come tonificante dell’endotelio vascolare.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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