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Come coltivare il mandarino in maniera biologica

Come coltivare il mandarino in maniera biologica

Il mandarino (Citrus reticulata Blanco, 1837) è un agrume della famiglia delle Rutacee ed è, insieme al cedro ed al pomelo, uno dei tre agrumi originali del genere Citrus. Si tartta di una specie che viene coltivata soprattutto nei paesi del bacino del Mediterraneo ed anche negli Usa e nella parte meridionale dell’Africa. In Italia viene coltivata soprattutto in Sicilia ed in Calabria. In questa scheda analizzeremo le principali esigenze agronomiche di questa specie e, soprattutto, come coltivare il mandarino in maniera biologica. Per quanto riguarda l’impianto del mandarino, se coltivato per finalità commerciali, va scelto, preferibilmente, un sesto di 4 x 4 (visto che il mandarino ha dimensioni più ridotte del limone o dell’arancio) con lo scavo di buche di 40 x 40 x 40 in cui apportare, se possibile, del letame maturo. Il terreno più adatto per la coltivazione del mandarino deve avere bassi contenuti in calcare e preferibilmente con tessitura di medio impasto (tendente al sabbioso).

Il mandarino, come gli altri agrumi, ha bisogno delle irrigazioni che vanno dalla tarda primavera fino alle prime piogge autunnali. Un tempo, soprattutto nella conca d’oro di Palermo questa pianta veniva irrigata col sistema delle conche; oggi questa tecnica, per via dell’eccessiva necessità di acqua, è stata sostituita gradualmente con sistemi a goccia. Il mandarino viene innestato solitamente su arancio amaro che da una maggiore resistenza alle piante. La concimazione va effettuata dopo la raccolta ed è preferibile effettuarla con letame maturo, integrato con la cenere della bruciatura dei rami di potatura. A questa concimazione si fa sempre più ricorso negli ultimi tempi al sovescio con leguminose. L’esposizione della pianta del mandarino deve avvenire sempre in luoghi molto soleggiati.
Tra le varietà di mandarini ne ricordiamo alcune: negli Stati Uniti d’America la varietà più coltivata è la atsuma o mikan; questa varietà viene coltivata anche in Sicilia, assieme all’avana e al Paternò. Di interesse particolare e presidio Sloow Food è poi la varietà tardivo di Ciaculli dal sapore molto aromatico e zuccherino; questa varietà viene coltivata nell’omonima frazione di Palermo, quindi nel cuore della Conca d’oro. Il nome tardivo gli deriva dal fatto che la sua  maturazione avviene, più in ritardo rispetto alle altre varietà ed è fino ai di Marzo.
Qualcuno include tra i mandarini anche i clementini ma la classificazione è errata perché i clementini sono degli ibridi, e precisamente tra il mandarino e l’arancio amaro, per cui, come per i tangerini si deve parlare di altra specie. Per questo motivo i mandarini spesso vengono sostituiti anche dalle varietà di mandaranci e clementine, in modo particolare per una caratteristica specifica, ovvero quella di non contenere i semi che si trovano nella polpa del mandarino.
Per quanto riguarda la raccolta questa si effettua tra i mesi di dicembre e di marzo (nel tardivo di Ciaculli), in funzione della varietà non aspettando però la maturazione naturale ma il momento più opportuno per la commercializzazione. Il mandarino infatti continua la sua maturazione anche dopo la raccolta.
Le avversità di questa pianta sono simili a quello dell’arancio e del limone a cui si rimanda per gli eventuali approfondimenti.




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