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Come coltivare i peperoni in maniera biologica

Come coltivare i peperoni in maniera biologica

Il peperone (Capsicum L.) è un genere di piante della famiglia delle Solanaceae originario delle Americhe e coltivato in tutto il mondo. Il genere, oltre ai peperoni più noti, comprende varie specie di peperoncini piccanti, ornamentali e dolci. Nella seguente scheda vedremo come coltivare i peperoni in maniera biologica e con riferimento ai peperoni dolci. Osserveremo le tecniche più idonee considerando che la fioritura del peperone avviene in maniera progressiva e scalare nel tempo e, in condizioni climatiche adatte può durare diversi mesi, per arrestarsi con l’arrivo del freddo e poter riprendere l’anno successivo, essendo la pianta del peperone biennale anche se la sua coltivazione si effettua quasi esclusivamente annuale. Nella tecnica di coltivazione si può togliere il primo fiore che si forma subito nella prima biforcazione della pianta; l’operazione è utile perché la linfa che assorbe per formare il primo frutto rallenta l’equilibrato sviluppo della pianta intera; è un’operazione che comunque non viene eseguita da tutti, soprattutto a livello di grandi distese produttive.

Le forme, le consistenze ed i colori dei peperoni sono svariate: si va da frutti piccoli a grandi, da forme allungate a quadrate, con polpe e colori di varia consistenza e tonalità. Per quanto riguarda la tecnica vera e propria, escludendo le coltivazioni in serra, per eccessiva impronta ecologica di questi sistemi, i peperoni si possono coltivare preventivamente in semenzaio tipico di polistirolo, con trapianto dalla prima o seconda decade di aprile bisogna sfuggire i ritorni di freddo) fino a tutto maggio o giugno nelle zone con autunni caldi. Questa tecnica, a differenza della piantagione diretta con seme, a molti vantaggi che sono: sicurezza degli attecchimenti, razionalità dei sesti di impianto (0,40 x 1 metro), accorciamento del ciclo produttivo in pieno campo. Per poter vegetare bene la temperature iniziale alla germinazione deve essere di almeno 20 °C, il terreno di coltivazione sia ben sciolto e lavorato a 30-40 cm di profondità, ben soffice e con un ottimo drenaggio. Ricordiamo che fioritura e successiva allegagione dei frutti, sono invece favorite da temperature diurne più alte (fino a 32 °C), mentre con temperature superiori ai 35 °C si può avere il problema della “scottatura” dei frutti esposti al sole. Prima di lavorare il terreno, la concimazione ottimale per il peperone è quella di cospargere del letame ben maturo o, in mancanza di questo, del compost o humus di lombrico, mescolati al terreno poco prima del trapianto. Importantissime sono le tecniche di consociazione e rotazione. Tra le prime ottima è la consociazione, anche in file binate, con basilico, carote, cipolle, melanzane e pomodoro; per la rotazione è bene far precedere alla coltivazione dei peperoni un sovescio o una coltivazione di leguminose. Per il peperone l’irrigazione è fondamentale; deve essere costante e senza stress o ristagni per evitare a scarse produttività o a marciumi; è ottimale l’irrigazione a goccia con adacquamenti per 10-15 minuti al giorno. Se a questa uniamo una pacciamatura naturale con paglie o foglie avremo garantito una qualità del prodotto superiore ed un minore lavoro (per effettuare le sarchiature) e dispendio idrico. Ricordiamoci poi che i peperoni, per la loro struttura e per il peso dei frutti, è bene che vengano supportati con una struttura di canne verticali ed orizzontali. Per quanto riguarda la raccolta, questa è scalare e si consiglia di raccoglierli un poco prima che il peperone maturi completamente sulla pianta, attraverso forbici idonee, senza strappare il peduncolo. Per quanto riguarda i parassiti, i principali antagonisti del peperoni sono: gli afidi, i tripidi, la mosca bianca, il ragnetto rosso, la tuta absoluta e le cimici. In più uno dei parassiti più pericolosi è il minuscolo tripide Frankiniella Occidentalis, responsabile della bronzatura fogliare. È buona cosa, anche in via preventiva, apportare del macerato di ortica (che da anche maggiori forze e nutrimento alla pianta) e agire con una soluzione di acqua e sapone di Marsiglia, contro afidi, mosca bianca e cimici, mentre con olio di neem contro ragnetto rosso, tripidi, stadi adulti di tuta absoluta (per gli stadi larvali si interviene con prodotti a base di bacillus thuringiensis var. kurstaki) e cimici; per di più l’olio di neem è attivo anche contro oidio e peronospora che spesso possono creare seri problemi a questa coltura. Ricordiamo però che la migliore tecnica contro i parassiti consiste in una perfetta rotazione e consociazione.




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