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Come coltivare il chinotto in maniera biologica

Come coltivare il chinotto in maniera biologica

Il Citrus x myrtifolia che comunemente viene chiamato chinotto, è un agrume del genere Citrus (famiglia Rutaceae), proveniente dalla Cina, la cui origine non è esattamente accertata, anche se l’opinione prevalente è che sia una mutazione dell’arancio amaro che col tempo si è sviluppata nella specie oggi conosciuta. In questa scheda osserviamo come coltivare il chinotto in maniera biologica e gli accorgimenti utili. La coltivazione del chinotto nel nostro Paese avviene soprattutto in Liguria ed in Sicilia.
I caratteri botanici sono comunque simili  a quelli della sua famiglia. Ha una fioritura  abbondante e profumatissima. I frutti si formano a grappolo, di un colore arancio intenso quando sono maturi, con un peso medio di poco più di 60 grammi. Il sapore del frutto appena colto è estremamente acido-amaro, molto diverso dalla bevanda che troviamo in commercio. Nei tempi passati i frutti del chinotto venivano consumati canditi o in salamoia.

Il chinotto possiede proprietà digestive, connesse alle sostanze che gli conferiscono il sapore amaro. Gli effetti salutistici sono dovuti a sostanze contenuto sia nel frutto che nella scorza. Infatti da entrambi vengono ricavati estratti fitoterapici, digestivi e nelle terapie contro l’insonnia. Come tutti  gli agrumi, il chinotto è ricco di vitamina C. Il suo caratteristico sapore ne fanno un frutto molto importante  per la preparazione di bevande, dissetanti e rinfrescanti ma anche come base per i canditi o per preparare anche confetture e sciroppi.
La coltivazione del chinotto, come accennato è possibile anche in Italia, soprattutto nelle zone costiere della Liguria e Sicilia dove anche se in contrazione sono coltivati da tantissimi anni.
Infatti per la sua coltivazione il chinotto ha bisogno di un clima mite tutto l’anno e ben ventilato, non sopporta afa ed umidità e nemmeno temperature troppo alte o troppo basse.
Il terreno adatto per la coltivazione del chinotto deve essere di medio impasto, poco argilloso, sciolto (tendente al sabbioso) e con un pH leggermente acido.
Prima dell’impianto, che va fatto all’inizio della primavera si deve preparare bene il terreno, scavando delle buche di 40 x 40 x 40, all’interno delle quali porre del letame ben maturo. Per la sua concimazione durante tutta la fase vegetativa è bene fare uso di letame ben maturo da apportare alla fine dell’inverno e da mescolare con la prima lavorazione primaverile in modo da miscelarlo ed integrarlo alla matrice inorganica del suolo. Nei terreni con pH leggermente più acido si può integrare il letame con la cenere ottenuta dalla bruciatura delle potature mentre è sempre da evitare l’apporto di azoto di proveniente da concimi nitrici di sintesi. Il sesto di impianto più consigliato è il 5 x 5 mentre la forma di allevamento più utile è quella a globo, con buona arieggia tura interna. Come tutti gli agrumi ha bisogno dell’irrigazione che non va trascurata specie nel periodo estivo; si consigliano annaffiature costanti ed abbondanti, senza ristagni però, appena la terra si secca. Per la tecnica di potatura si consiglia di effettuarla annualmente dopo la racconta dei frutti, orientativamente  nel periodo di Dicembre se il freddo non è troppo pungente.
Per quanto riguarda i parassiti e le avversità questi sono molto simili ad altre piante di agrumi come il limone.




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