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Come coltivare il Meliloto

Come coltivare il Meliloto

In questa scheda vediamo quali sono i consigli ed i suggerimenti di come coltivare il Meliloto (Melilotus officinalis (L.) Pall.). il meliloto è una pianta erbacea annuale o biennale con una radice a fittone molto profondo e poco ramificato. Possiede un fusto ramoso, ascendente che si sviluppa fino a 1,2 m, con foglie divise in tre foglioline di forma ovale o ellittica fino a poter essere allungate, quelle più alte e con margine con una leggera dentatura all’estremità libera. Possiede dei fiori riuniti in racemi terminali eretti, lassi ed esili, con numerosi fiori ricadenti e brevemente peduncolati con calice tubulare e corolla papilionacea di colore giallo brillante. L’odore di questi è molto forte e da questi si forma un legume nerastro con scanalature in rilievo. Il Melilotus officinalis è abbastanza comune nei terreni argillosi, ricchi di calcare. Cresce anche su substrati poveri ed asciutti, pascoli incolti, ai bordi delle strade, specialmente nelle zone collinari interne di tutta la penisola ma è molto raro nelle isole.

Per capire come coltivare il Meliloto, si consideri che è una pianta spontanea, per cui le indicazioni per la sua cultura sono abbastanza semplici. La pianta va coltivata a regime annuale destinandole soprattutto terreni asciutti, collinari, anche poveri purché siano dotati in calcare e che abbiano ospitato leguminose negli anni passati. Questa condizione è necessaria per l’instaurarsi della simbiosi con i batteri azotofissatori. La semina va effettuata nel periodo autunnale o di fine inverno, sufficientemente presto, affinché la pianta subisca una buona vernalizzazione che è necessaria affinché la pianta vada a fiore.
La semina del Meliloto va effettuata a file e, se l’estensione è grande, con seminatrici per cereali con la distribuzione di un massimo di 20 Kg ad ettaro di seme.
Il periodo idoneo della maturazione per la raccolta si ha alla fioritura che si ha dalla metà luglio in poi; in caso di estensioni non amatoriali bisogna usare una macchina falciacaricatrice semovente. Bisogna avere, subito dopo la raccolta, l’accortezza di essiccare subito il prodotto prevenendo ogni sorta di fermentazione. A titolo orientativo diciamo che le rese medie di questa pianta sono intorno ai 25-30 Q.li, potendo arrivare fino ai 35 Q.li/Ha.
Si consideri che il foraggio di meliloto può essere fonte di problemi anche gravi per il bestiame. Il meliloto fresco è sicuramente tossico per gli animali che infatti evitano di pascolarlo. Anche una cattiva fienagione, con piogge e conseguente fermentazione, determina lo sviluppo all’interno del fieno non ben essiccato, del dicumarolo, è un potente anticoagulante utilizzato nelle esche topicide commerciali.
È invece una eccellente pianta da sovescio poiché fissa grandi quantità di azoto grazie alla simbiosi con un bacillo specifico che è il Rhyzobium meliloti. È inoltre una molto mellifera e si ricava un buon miele, anche uniflorale, anche se non di frequente; è una importante fonte di nettare per le api.
Per usi terapeutici si utilizzano i suoi fiori e il collirio realizzato grazie al decotto o all’infuso è indicato per le infiammazioni congiuntivali e per l’orzaiolo.




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